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Morto Marco Pannella, ma ha vinto lui sul tumore al polmone

E’ morto Marco Pannella. Ma la sua non è una sconfitta contro la malattia, il tumore al polmone che aveva poi fatto metastasi anche al fegato. Se ne è andato dimostrando come si possa continuare a fare la propria vita intensa e battagliera, a prescindere da un male incurabile.

Le sue battaglie politiche, civili, le ha sempre portate avanti in modo estremo, senza compromessi, anche con lunghi scioperi della fame  e della sete che lo hanno costretto a ricoveri in ospedale. Nel 1998 era stato operato al cuore, nel 2014 ha rischiato la vita per un aneurisma dell’aorta addominale ed è stato operato d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma. Poco dopo ha subito un intervento di Bypass femorale. Dopo non molti giorni ha ripreso comunque il suo sciopero della sete per protesta contro le condizioni in cui versano le nostre carceri e dunque i detenuti. Aveva già il tumore al polmone ed anche le metastasi epatiche. Ancora interventi chirurgici e radioterapia.

A più di 80 anni, come ha avuto modo lui stesso di dire, da accanito tabagista 2 tumori gravi ci potevano anche stare! Non ha mai abbandonato i suoi sigari. Anche in questo è stato coerente. La malattia è peggiorata poche settimane fa:  il giorno del suo 86 esimo compleanno, raccontano le persone che le sono più vicine, è iniziato il dolore, quello duro, ma ha continuato egualmente a festeggiare. Poi il ricovero ieri, in una clinica romana, dove gli hanno chiesto se voleva essere sedato, per non soffrire ancora del dolore oncologico. Ha risposto “grazie”. Ancora una volta meravigliando tutti.

Ha raccontato di fumare oltre 60 sigari al giorno, che era consapevole che i suoi scioperi della fame (Satyagraha) fossero più pericolosi con il corpo debilitato dal cancro, ma che di fatto lui era la prova vivente che il corpo umano più lo metti alla prova e più si rafforza (Inntervista a Il Fatto quodidiano nel 2014). Lui era però Marco Pannella. E forse a rafforzare il suo organismo era la passione e la convinzione con cui affrontava tutte le sue battaglie.

Lo dicono anche gli oncologi, basandosi su dati scientifici, rispondere con coraggio alla diagnosi e alle terapie del cancro migliorano la prognosi. Eppoi, come ha dimostrato Pannella, un tumore ti può accomagnare alla morte, ma non può e non deve cambiare quello che si è, la vita.

 

Lui, arrivando ad 86 anni, con tutti i suoi problemi di salute ha di certo vinto la battaglia contro il cancro. Ecco un altro insegnamento che ci lascia, questo grande uomo libero, forte, coraggioso difensore dei diritti civili di tutti.

 

 

 

Foto: Getty Images