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Trapianto di mani: la donna operata a Monza è tornata a casa


Un trapianto di mani doppio l’ha messa al centro dell’attenzione dei media e lei vive tutto con estrema naturalezza: la signora Carla Mari, è stata dimessa oggi dall’Ospedale San Gerardo di Monza dove circa un mese fa era stata sottoposta ad un intervento di chirurgia eccezionale. Le sono state trapiantate ambedue le mani, dopo tre anni vissuti senza a causa di una grave setticemia. Per lo stesso motivo le erano stati amputati anche i piedi.

Si era abituata a delle protesi, ma così è sicuramente diverso.

“Posso sfogliare le pagine di un giornale, grattarmi se ho prurito, ma soprattutto se mi sistemo i capelli riesco a sentire il calore delle mie mani anziché il freddo delle protesi”.

Sono queste piccole cose quotidiane che danno il senso di normalità, quella verso la quale è tornata, la signora Carla, tra le mura domestiche, nonostante il clamore dei mass media. Il suo desiderio più grande è quello di fare una bella vacanza insieme alla sua famiglia, in montagna, magari per il periodo di Natale. Bisognerà aspettare l’autorizzazione dei medici che la stanno seguendo, specie per la terapia anti-rigetto. Dovrà anche iniziare una lunga riabilitazione, ma tutto volge al meglio:

“devo riabituarmi a muovermi con indipendenza e dovrò trovare un altro equilibrio, perché le mani vere pesano di più delle protesi: è una sensazione particolare, diversa”.

Come non comprendere? Anche se di fatto è impossibile arrivare a capire fino in fondo, con la fantasia possiamo provare ad immaginare e certo ne nasce un’emozione. Sì la signora Carla ha ragione, è convinta.

“E’ bellissimo. Appena le mani funzioneranno meglio potrò usare le stampelle ed essere più autonoma”.

Massimo Del Bene, autore del delicato trapianto di mani nonché direttore dell’Unità operativa di chirurgia plastica e ricostruttiva, chirurgia della mano e microchirurgia ricostruttiva è fiducioso e ieri in conferenza stampa ha illustrato il decorso post trapianto alla quale ancora la signora Carla dovrà sottoporsi, perché il periodo delicato non si è ancora concluso:

“ Non siamo ancora usciti dal rischio di un rigetto acuto, anche se il mese appena passato era quello più difficile. Ora la paziente dovrà iniziare la fisioterapia. Le sue mani per qualche tempo rimarranno bloccate con delle stecche: bisogna aspettare prima il consolidamento delle ossa. La corteccia cerebrale, studiata prima e dopo il trapianto, con una risonanza magnetica funzionale riconosce gli arti che prima non c’erano; con la terapia anti-rigetto basata sulle cellule staminali, contiamo di migliorare le cure ed arrivare a breve ad una ottimizzazione. Visiteremo la signora Carla due volte a settimana. Determinante è stato anche il supporto psicologico”.

Ed è evidente vista la serenità con cui la donna è tornata a casa. Complimenti all’equipe.

[Fonte: Il Tempo]