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I consigli del pediatra contro la febbre primaverile

 La primavera porta con sé non solo giornate di bel tempo, ma anche discreti sbalzi di temperatura in grado di mettere a dura prova la salute dei nostri bambini. Tosse, febbre, malessere: e non sempre è facile per i genitori capire se si tratta di una semplice infreddatura o di un’affezione da virus. I pediatri, deputati alla diagnosi, ci aiutano a comprendere la situazione attraverso alcuni semplici consigli.

Quando il bambino inizia a soffrire di febbre, tosse, ed altri piccoli malanni sarebbe di buona norma sottoporlo ad una visita medica anche se in questo periodo, spiegano gli esperti, infezioni di tipo stagionale rappresentano la norma. Commenta la dott.ssa Susanna Esposito, Presidente SITIP e primario del reparto Pediatria 1 Clinica presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano:

In primavera i rinovirus e gli enterovirus, che causano prevalentemente infezioni respiratorie di diversa gravità, sono ancora piuttosto diffusi e gli sbalzi termici, tipici di questa stagione, ne favoriscono la trasmissione.

Come capire se la febbre è pericolosa per il bambino? La prima cosa da fare è misurarla in condizioni adatte alla sua rilevazione e senza particolari fattori inficianti, ovvero quando il bambino è ormai a riposo sa qualche ora, in un ambiente non troppo riscaldato e con una vestizione adeguata alla presa temperatura. Se presente è necessario agire immediatamente:

  • Nei neonati e nei lattanti con età inferiore ai 3 mesi di vita, per i quali è consigliabile un immediato ricovero per l’elevato rischio di patologia batterica grave,
  • In presenza di sintomi concomitanti quali rigidità nucale o alterazioni dello stato di coscienza, difficoltà respiratoria, difficoltà a bere e/o ad alimentarsi, significativa perdita di peso.

E’ necessaria inoltre una visita dal pediatra se la temperatura rimane alterata, anche se di poco per una durata superiore ai sette giorni. In caso di febbre, è bene spostare il bambino in una stanza riscaldata non oltre il 22 °C circa al fine di consentire al suo organismo di disperdere il calore corporeo in eccesso, e contemporaneamente idratare per via orale attraverso bevande zuccherate e addizionate di sali minerali in grado di ovviare alla perdita di liquidi subita dal bambino con la febbre.

L’antipiretico (ibuprofene o paracetamolo) deve essere somministrato secondo peso ed età del bambino in caso di temperatura superiore ai 38,5-39 °C, tenendo conto anche dello stato di malessere del bambino. Somministrarlo in anticipo rispetto a questi valori non darebbe libero e giusto sfogo ai meccanismi di difesa dell’organismo.

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