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Fibrillazione atriale, arriva nuovo anticoagulante

L’edoxaban potrebbe rappresentare un’importante alternativa per tutti pazienti affetti da fibrillazione atriale che hanno bisogno di sottoporsi ad un intervento di correzione elettrica, o cardioversione e che hanno bisogno di una terapia anticoagulante che agisca in fretta e senza conseguenze.

La fibrillazione atriale consiste in un battito cardiaco irregolare ed accelerato che ha origine dagli atri, le camere cardiache superiori. Il non corretto pompaggio del sangue che ne consegue aumenta il rischio della formazione di coaguli causando nel malato che ne è affetto tutta una serie di potenziali conseguenze, tra le quali un aumentato rischio di ictus. Una delle terapie di elezione per questo disturbo, soprattutto prima dell’intervento di cardioversione, consiste nell’assunzione di anticoagulanti. E’ qui, come già indicato che l’edoxoban potrebbe portare ad un cambiamento importante nell’approccio alla malattia. Parliamo nello specifico di un antagonista orale della vitamina K  che potrebbe rappresentare, almeno stando ai trial condotti, un’efficace e sicura alternativa ai classici farmaci utilizzati. Questi infatti hanno delle limitazioni in effetto che costringono i malati ad aggiustamenti e continui controlli.

Presentati all’ESC Congress 2016 e sulla rivista di settore “The Lancet” i risultati della sperimentazione condotta sull’edoxoban aprono alla possibilità di un’intervento precoce sulla fibrillazione atriale senza la necessità di attendere che i farmaci tradizionali raggiungano il livello di sicurezza ed efficacia necessaria. Spiegano i ricercatori:

A livelli pratico, il nostro studio dimostra come i pazienti che hanno ricevuto da poco la diagnosi e che non hanno ancora assunto anticoagulanti possono iniziare con l’edoxaban addirittura due ore prima della cardioversione se hanno l’accesso della cardiografia transesofagea o 3 settimane prima se non lo hanno disponibile.

E’ importante sottolineare che questo medicinale ha già mostrato di essere sicuro ed efficace se comparato alla classica terapia anticoagulante (in Italia è commercializzato da un paio di mesi, N.d.R.), ma l’impatto della cardioversione elettrica non era stato finora inserito all’interno degli studi pregressi sul tema. Nella sperimentazione appena conclusasi 1095 pazienti sono stati sottoposti a terapia con edoxaban mentre 1104, come gruppo di controllo, sebbene a doppio cieco, alla somministrazione di anticoagulanti classici, confermandone la validità.

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