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Trigliceridi alti, cause, sintomi, dieta e rischi

I trigliceridi sono un tipo di grasso presente nel sangue, utilizzato dal corpo come scorta di energia. Vengono accumulati soprattutto attraverso la dieta, mentre sono prodotti in piccola percentuale dal fegato. Una volta sintetizzati, vengono immagazzinati nel tessuto adiposo. Alti livelli di trigliceridi nel sangue, tuttavia, sono un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, per l’arteriosclerosi e per il diabete.

Trigliceridi alti: cause

Secondo gli esperti, un livello di trigliceridi ottimale si mantiene sotto i 150 mg/dL. Le cause dei trigliceridi alti possono essere diverse, quali:

Trigliceridi alti: sintomi

In genere i trigliceridi alti nel sangue, entro certi limiti, non causano sintomi particolari, tuttavia quando i valori superano i 500 mg/dL si possono avvertire dei dolori addominali. Se i valori sono molto alti (superiori a 1000 mg/dL) esiste, infatti, il rischio di sviluppare una pancreatite (un’infiammazione del pancreas). Inoltre, se l’aumento dei trigliceridi è causato da una patologia genetica, si può notare una degenerazione della pelle di colore giallastro a causa dell’accumulo dei grassi, che prende il nome di xantoma.

Trigliceridi alti: dieta

Quando i trigliceridi nel sangue sono alti, la prima cosa da modificare è lo stile di vita, dall’alimentazione all’esercizio fisico. Occorre, infatti, ridurre l’introduzione delle calorie, che quando sono in eccesso vengono convertite in trigliceridi e immagazzinate come grasso, perdere peso se necessario, limitare il consumo di alcol e l’assunzione di colesterolo, evitare i cibi raffinati e ricchi di zuccheri, i grassi Trans, e fare attività sportiva con costanza, almeno 30 minuti tutti i giorni. Va bene anche una camminata a passo sostenuto, una passeggiata in bicicletta, mezz’ora di piscina o attività di gruppo. L’esercizio fisco, infatti, riduce i trigliceridi e il cosiddetto colesterolo cattivo.

Cosa mangiare con i trigliceridi alti

Tra gli alimenti consentiti ci sono i carboidrati e gli zuccheri complessi a lenta digeribilità, come pasta, pane, cereali integrali, ecc., le verdure e i legumi, ricchi di fibra alimentare, che svolge un’importante azione di controllo dell’assorbimento intestinale dei grassi, che si mantiene anche nella verdura cotta. Ai grassi saturi (presenti soprattutto negli alimenti di origine animale) è preferibile scegliere quelli insaturi, contenuti prevalentemente negli oli vegetali (olio d’oliva, olio di mais, ecc.). E’ importante anche aumentare il consumo di pesce, soprattutto di quelli ricchi di acidi grassi Omega-3 (salmone, alici, sgombro, aringhe, tonno, merluzzo).

I cibi da evitare con i trigliceridi alti

I cibi da evitare, invece, sono i carboidrati e gli zuccheri semplici (dolci, biscotti, frutta molto zuccherina, merendine, miele, cibi fritti, ecc.), i grassi saturi (latticini e carne grassa), e naturalmente l’alcol, in tutte le sue forme, poiché stimola un’intensa produzione di trigliceridi da parte del fegato. In sostanza dieta deve assomigliare più a quella di un diabetico che a quella di un paziente con il colesterolo alto. Se nonostante il cambiamento delle abitudini alimentari non si riscontra alcun miglioramento, il medico curante potrà decidere di somministrare farmaci specifici (i fibrati o integratori di acidi grassi essenziali) per ridurre il livello dei trigliceridi nel sangue, che andranno assunti con continuità, come i farmaci per la pressione o il diabete.

Trigliceridi alti: rischi

Per verificare se i trigliceridi rientrano nei valori normali basta fare un semplice esame del sangue. Come per il colesterolo, l’aumento dei trigliceridi è associato ad un aumento dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come ad esempio infarto e ictus, per l’arteriosclerosi e il diabete.

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