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Cadaveri rianimati per addestrare chirurghi in Francia

Cadaveri rianimati per addestrare chirurghi in Francia. E’ questa l’avanguardia medica per formare le nuove leve del settore che a breve potrà essere a disposizione di studenti e praticanti. Un metodo innovativo di preparazione o una tecnica macabra al limite dell’etico?

Va sottolineato, questo tipo di approccio riguarderebbe esclusivamente i cadaveri donati alla scienza e come tali già destinati ad un utilizzo formativo. La novità è ovviamente tutta relativa alla “rianimazione della salma” che pur rimanendo priva di vita grazie alla tecnologia potrà, per gli scopi per i quali è necessaria, sembrare a livello fisiologico un paziente vivo. Cerchiamo di comprendere meglio cosa accadrà: entro fine anno gli specializzandi in medicina francesi potranno eseguire degli interventi in condizioni verosimili alla realtà, molto di più di quanto sia mai stato fatto. Arrivando a controllare le pulsazioni e le emorragie.

Questo sarà possibile grazie ad sistema, chiamato “Simlife”, messo a punto dalla Facoltà di medicina di Poitiers da Cyril Brèque grazie ad un esperto di biomeccanica. Si tratta di un approccio brevettato ufficialmente che, nel momento in cui sarà trasformato in programma effettivo, rischierà seriamente di divenire una delle tecniche di studio e sperimentazione più avanzate a disposizione degli studenti in medicina. Il tutto senza rischio per pazienti viventi.  Certo, pensare ad un cadavere rianimato porta ovviamente a chiedersi se sistemi di questa tipologia non potrebbero essere usati nella medicina interventistica e perfezionati per giungere a procedure di tipo terapeutico.

Nel nostro paese l’utilizzo per studio di cadaveri donati alla scienza è vietato: nel resto del mondo (quasi dovunque, N.d.R.) è parte integrante della formazione. Che diverrà ancora più completa dopo che il programma di rianimazione dei corpi francese verrà messo in atto.  Certo, i battiti, la respirazione e la circolazione verranno controllati con sistemi meccanici: ciò non toglie che la verosimiglianza delle condizioni ricreate con la realtà di una sala operatoria sarà palese e la migliore raggiungibile con il nostro attuale livello di tecnologia.

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