Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Epidemie » 8 miti da sfatare sull’influenza suina

8 miti da sfatare sull’influenza suina

La seconda ondata della pandemia di influenza suina è ora ufficialmente in corso nell’emisfero settentrionale. I numeri dei decessi stanno aumentando velocemente ed in molte nazioni la vaccinazione è iniziata. Per fortuna, almeno per ora, il virus non si è evoluto come alcuni temevano e la maggior parte dei casi sono di lieve entità.

Ma allora tutte quelle avvertenze sulla pandemia erano solo allarmismo? Sembra proprio di no. L’Italia oggi piange la sua tredicesima vittima, il mondo ne ha contate oltre 700 solo nell’ultima settimana. L’allarme c’è ed è sempre alto. Questa pandemia è molto lontana dal peggiore dei casi dell’influenza normale di stagione, anzi, a parte il nome e la modalità di diffusione, ha pochi altri aspetti che le accomuna. Molte più persone del solito prenderanno l’influenza quest’anno. La stragrande maggioranza guarirà, ma alcuni, compresi i giovani e le persone in buona salute, moriranno. È possibile però riuscire a proteggere voi e la vostra famiglia di imparando ad individuare un caso grave, prendendo le solite dovute precauzioni, e stando attenti a non cadere nei soliti miti che si formano ad ogni pandemia, che potrebbero essere fuorvianti. Noi abbiamo raccolto 8 di questi miti da sfatare, e li troverete dopo il salto.

1) I sintomi sono simili alla normale influenza, se non hai la febbre, non hai l’influenza suina. Questo è falso perché la metà degli ammalati di influenza suina non hanno contratto la febbre e non hanno nemmeno sofferto di sintomi gastrointestinali o di altri sintomi tipici dell’influenza stagionale.

2) Questa è solo una lieve influenza. Il tasso di mortalità è ancora inferiore a quelli per l’influenza normale. Questo ritornello che i politici ci propinano tutti i giorni è falso. Forse era vero all’inizio, ma soprattutto in questo momento, almeno per quanto riguarda i giovani, il tasso di mortalità sta salendo di giorno in giorno, fino anche a superare, in una bassa fascia d’età, la mortalità dell’influenza stagionale.

3) Siete al sicuro finché siete in buona salute. Solo i malati e le persone deboli sono a rischio. Molti dei bambini, ed anche qualche adulto, morti nel mondo, non avevano problemi di salute precedenti. E’ vero che i malati sono maggiormente a rischio, ma non si deve sottovalutare la situazione nemmeno se siete in buona salute.

4) Starò bene se mi limito a mangiare alimenti biologici, prendere le vitamine, indossare una maschera, lavandomi le mani spesso e bevendo molti liquidi. Queste buone norme di igiene e di alimentazione possono aiutare, ma non sono una barriera sicura al 100%. Dopotutto non lo sono nemmeno in vaccini, visto che hanno un tasso di efficacia del 70-80%. Oltre a tutto questo può aiutare anche smettere di fumare, perdere peso e non esagerare con l’alcool, ma mai abbassare la guardia.

5) Sto bene perché ho fatto il vaccino. Oltre alla non completa efficacia dei vaccini, va anche inserito il problema dei Paesi poveri. Questi non hanno modo di vaccinarsi, e il virus potrebbe continuare a circolare tra quelle popolazioni, fino a trasformarsi e mutare, ripresentandosi il prossimo anno proprio come già accade con l’influenza stagionale.

6) Il vaccino non è sicuro, è stato affrettato e l’ultima volta c’è stata l’influenza suina questo ha fatto più male del virus stesso. Perché correre il rischio per prevenire un’influenza mite? Anche questo ragionamento può risultare sbagliato. Prima di tutto perché l’influenza si sta dimostrando non tanto mite, e poi perché il vaccino di oggi non è lo stesso di 30 anni fa. Inoltre non facendolo, la diffusione non si fermerà mai, e se voi siete forti e magari vi curate in maniera corretta, potreste contagiare chi forte non è.

7) Il virus non sarà mortale. Oggi forse non lo è in molti casi, ma c’è sempre il pericolo che muti e diventi molto più pericoloso di com’è adesso.

8 ) Dopo questa pandemia, saremo al sicuro per decenni. Purtroppo non è vero nemmeno questo. I virus influenzali ritornano ogni anno, ed anche se questo potrebbe sparire, non è detto che lo sia per sempre. Non c’è un modello preciso, ma sappiamo che esso si è palesato negli anni 1580, 1729, 1781, 1830, 1847, 1889, 1918, 1957, 1968 e 2009. E non è detto che sia l’ultima volta.

[Fonte: New Scientist]