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Tumore alla prostata: causato da virus gemelli?

Il tumore alla prostata potrebbe essere causato da due virus gemelli. E’ questo che sostiene una ricerca recentemente condotta dall’Università di New South Wales, in Australia. Gli scienziati della Facoltà di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie sono convinti che a concorrere verso il cancro prostatico abbiano un ruolo di primo piano sia il papilloma virus umano che  il virus di Epstein Barr.

Questi due agenti patogeni infatti, HPV e EBV vengono trovati nella maggior parte dei casi di tumore alla prostata o di formazioni benigne dell’organo. Questo studio pone le basi per comprendere se anche per altre formazioni cancerose vi sia una corrispondenza simile e quindi una associazione reale tra alcuni virus specifici e lo svilupparsi del cancro. Di sicuro questo risultato si rivelerà basilare per mettere a punto dei protocolli in grado di rendere più facile una diagnosi di tumore alla prostata il più veloce possibile.

Ricordiamo che tra i sintomi principali di questa neoplasia vi è il bisogno incessante di urinare sia durante il giorno che nel corso della notte molto spesso associabile ad una difficoltà nel far partite il flusso iniziale di urina.  Commenta il dott. Noel Whitaker, coordinatore dello studio insieme al collega James Lawson:

I nostri risultati possono anche avere importanti implicazioni per la comprensione e la prevenzione del cancro alla prostata. Nei nostri campioni di prostata, abbiamo trovato un alto rischio di presenza di un ceppo virale conosciuto come HPV 18, che è già noto per essere associato con altri tumori umani. HPV 18 è un ceppo comune ad alto rischio, ed era l’obiettivo specifico del vaccino Gardasil, offerto gratuitamente alle ragazze adolescenti per proteggere contro il cancro della cervice.

I risultati della ricerca mostrano come il virus dell’HPV sia stato riscontrato nel 70% dei casi presi in analisi insieme all’virus di Epstein Barr. Anche se gli scienziati dovranno rispondere ancora a molte domande in merito a tale correlazione, le conclusioni finora raggiunte mostrano la necessità di evitare il contagio da papilloma virus, promuovendo l’utilizzo del profilattico nel corso dei rapporti sessuali.

Fonte: UNSW

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