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Osteoporosi: via libera ai nuovi farmaci

Per combattere adeguatamente una malattia come l’osteoporosi giocare di anticipo è necessario, soprattutto per evitare fratture derivanti dalla fragilità ossea tipiche della patologia. Affidarsi ai nuovi farmaci giunti sul mercato può essere una soluzione, a patto che si faccia attenzione a quelli che sono gli effetti collaterali degli stessi a carico del cavo orale.

Prima di tutto però, è consigliato eseguire una corretta prevenzione attraverso uno stile di vita controllato e serio dal punto di vista dell’alimentazione e dell’attività fisica ed attraverso l’assunzione, seguita dal medico, di farmaci che aiutino l’organismo a distribuire correttamente il calcio nelle ossa. Statisticamente circa il 30% di donne oltre i 65 anni cade almeno una volta l’anno ed almeno un decimo purtroppo si frattura un osso.

Quando parliamo di nuovi farmaci in commercio parliamo nello specifico di bifosfonati, di modulatori selettivi del ricettore degli estrogeni, di Serms e dell’anticorpo monoclonale denosumab. Tutti medicinali che inibiscono la distruzione dell’osso che uniti a quelli che stabiliscono i livelli di calcio nelle ossa possono aiutare a tenere sotto controllo la situazione.  E’ necessario però che contestualmente vi sia un forte controllo del loro utilizzo da parte dei medici di famiglia, chiamati a seguire il paziente in caso di manifestazione di effetti collaterali che sebbene rari, possono manifestarsi in particolare in quei pazienti dal sistema immunitario compromesso.

Commenta il dott. Roberto Brusati, Professore Ordinario di Chirurgia Maxillofacciale dell’Università di Milano:

Ancora oggi fra la popolazione si guarda con diffidenza all’uso dei nuovi farmaci per la cura dell’osteoporosi soprattutto a causa di alcuni possibili effetti non desiderati sulle ossa della mascella e della mandibola, specie a carico dei pazienti oncologici (5%) trattati con questo tipo di farmaco per controllare le metastasi ossee contro solo l’1 per mille di pazienti con osteoporosi. Al di la del rischio, elevato nel paziente oncologico e molto basso nel paziente con osteoporosi, tutti i pazienti in terapia con bifosfonati devono attuare una accurata igiene orale e, laddove necessario, risolvere problemi già esistenti della bocca ma soprattutto effettuare una visita dentistica preventiva, eseguita invece solo nel 10% dei casi.

Il consiglio degli esperti è quindi quello di spingere per un utilizzo delle nuove terapie, ma di approcciare contestualmente lo stile di vita della persone, preparando un adeguato programma che comprenda una alimentazione corretta ed il giusto apporto di vitamina D ed esercizi fisici specifici.

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