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Alzheimer, il bilinguismo allontana il rischio

Il bilinguismo allontana il rischio di Alzheimer. Parlare due o più idiomi ha mostrato di funzionare come protezione nei confronti della malattia, ritardandone la comparsa di almeno 4-5 anni.

Statisticamente come media si passa dai 71 ai 76 anni circa. La ricerca, pubblicata sulla rivista di settore Bilingualism, è stata condotta dagli scienziati dell’Università di Gent. Il campione, composto interamente da persone con probabile diagnosi di Alzheimer, è stato scelto equamente suddiviso in persone bilingue e monolingue: 65 individui i primi, 69 i secondi. E’ il primo studio di questo tipo condotto in Europa e sottolinea come questa caratteristica, non considerata classicamente una protezione, appaia essere più utile di quel che si sospettava. Gli scienziati, pur avendo rilevato tale beneficio, non sono ancora in grado di spiegarsi il perchè il conoscere più lingue possa aiutare a proteggersi dall’Alzheimer.

Una delle ipotesi è quella che la capacità di sapersi “dividere” tra due idiomi rappresenti un costante allenamento per l’encefalo, il quale appare più flessibile e meno vulnerabile nei confronti della demenza, fattore questo confermato anche da un ulteriore studio sul tema condotto su un campione di persone sane. Verificando il lavoro del cervello attraverso la risonanza magnetica funzionale è stato possibile verificare come le aree prefrontali dei bilingue venissero attivate di meno, così come alcune zone della corteccia anteriore del cingolo e della corteccia pre-frontale dorso-laterale e dorsoventrale sinistra.

Si tratta di aree adibite alla manipolazione delle informazioni in uso: è come se il cervello avesse meno bisogno, nelle persone bilingue di lavorare di meno, di utilizzare meno energia per svolgere alcuni compiti. Sentitevi fortunati quindi se parlate più di una lingua fin da bambini: potreste aver inconsciamente archiviato un’ottima protezione contro l’Alzheimer, una delle peggiori fonti di demenza che colpiscono le persone anziane. E data la velocità e la frequenza con la quale questa malattia sta colpendo sempre di più le persone anziane, poter contare su uno strumento di prevenzione in più è solo che auspicabile.

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