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Batteri e muffe nel ghiaccio dei cocktail?

Batteri e muffe presenti nel ghiaccio dei cocktail? Purtroppo nonostante i controlli posti in atto, la risposta è positiva: è possibile riscontrare tali microrganismi, soprattutto nelle piccole realtà della produzione ed in campioni di coloro che provvedono in maniera autonoma. Lo illustra con dovizia una ricerca sul tema condotta dall’Università di Palermo.

Lo scorso anno il ministero della Salute ha prodotto delle linee guida relative alla produzione del ghiaccio alimentare recependo le normative europee: nonostante gli sforzi degli interlocutori, qualcosa nella catena di eventi che portano alla formazione di questo elemento ancora non va. Gli scienziati dell’ateneo palermitano, coordinati da Luca Settanni, ha messo a confronto il ghiaccio prodotto da 5 industrie del settore, 5 freezer casalinghi e 5 attività di ristorazioni.  E pur sottolineando che a breve partiranno analisi similari per il ghiaccio anche una volta venuto a contatto con diverse bevande ( i risultati verranno presentati a novembre, N.d.R.), la presenza di batteri e muffe all’interno di alcuni campioni è rilevabile. E questo rappresenta un problema. Possibile che bevendo un cocktail fresco ingeriamo involontariamente agenti patogeni pericolosi per la nostra salute? I risultati meritano di essere messi in evidenza. Spiega il ricercatore:

Le nostre analisi hanno rilevato, nelle campionature di tre Bar/Pub (BP) su cinque, concentrazioni consistenti di enterococchi; in uno su cinque i livelli di pseudomonas erano consistenti; infine, in tutti i cubetti BP erano presenti coliformi. Campionature industriali (IN): in due su 5 erano presenti enterococchi, in uno abbiamo rilevato Pseudomonas, mentre sempre assenti nel ghiaccio IN erano i coliformi; infine, tutti i cubetti da freezer ospitavano Pseudomonas e, in un caso, anche i coliformi.

Una presenza evidente che secondo la legge non dovrebbe esservi. Nella maggior parte dei casi, se la persona è dotata di un sistema immunitario in salute, la contaminazione non arreca danni. Ciò non toglie che sia necessario fare maggiore attenzione per tutelare la salute comune.

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