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Il calore come cura del diabete

Una nuova cura per il diabete a base di “calore” in grado di rigenerare una mucosa intestinale sana. E’ questo il metodo sperimentale ed innovativo conosciuto sotto il nome di “Sistema Revita” e al momento impiegata in un trial al Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.

Questa procedura agisce sul duodeno, una parte dell’intestino, grazie ad un intervento di chirurgia mininvasiva endoscopica: il calore opportunamente modulato ripristinerebbe il microbiota dell’organo ripristinando la composizione naturale e sana dell’intestino aiutando la persona a regolare i livelli di glicemia e di conseguenza a tenere sotto controllo il diabete. Tecnicamente la tecnica è definita “rimodellamento della mucosa duodenale”. Il primo paziente della sperimentazione è stato sottoposto alla procedura dal Prof. Guido Costamagna, direttore dell’Unità Operativa Complessa di di’Endoscopia Digestiva Chirurgica.

Un passo necessario dopo lo studio di fattibilità condotto oltreoceano per valutare la sicurezza dell procedura, che tra le altre cose ha anche mostrato la validità del trattamento sul lungo termine su un numero di pazienti superiore a 60.  La speranza degli scienziati è quella di riuscire ad ottenere risultati definitivi entro pochi anni per rendere la tecnica utilizzabile a livello clinico. Per comprendere quanto questo tipo di cura potrebbe cambiare il mondo della diabetologia bisogna sottolineare come sempre di più il diabete di tipo 2 è una malattia epidemica i cui fattori di rischio vanno dalla predisposizione genetica all’obesità, passando per uno stile di vita sedentario e una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi.

Da dove nasce l’idea della messa a punto di questa tecnica? Dai cambiamenti che le diete ipercaloriche provocano nella mucosa duodenale apportando di conseguenza alterazioni dei segnali ormonali che regolano la glicemia. Nonostante l’utilizzo di farmaci efficaci come la metformina non sempre i pazienti sono in grado di tenere sotto controllo la malattia: fattore che rende necessaria una continua ricerca di nuovi e validi trattamenti per la patologia.

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