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Cronicizzare il cancro con un vaccino

Cronicizzare il cancro con un vaccino. E’ questo che i ricercatori del Mary Crowley Cancer Center di Dallas stanno tentando di fare. Riuscendo a portare il proprio preparato alla prima fase di approvazione della FDA. Si tratta di immunoterapia programmata per aumentare la sopravvivenza dei pazienti.

L’attenzione degli scienziati si sta concentrando sempre di più su questo tipo di approccio: aiutare il sistema immunitario del malato a sconfiggere il cancro da solo al fine di evitare chemioterapia e radioterapia. Non si è ancora giunti ad una cura definitiva: le diverse sperimentazioni hanno però dimostrato che l’immunoterapia sia in grado di cronicizzare la malattia portando l’organismo a raggiungere un’equilibrio pur mantenendo al suo interno il tumore. E nel caso di questo vaccino sembrerebbe bastare un’iniezione al mese per consentire la sopravvivenza ai pazienti. Come spiega il prof. Maurizio Ghisoli, tra i ricercatori che si occupano del programma di immunoterapia presso la struttura statunitense:

Stiamo lavorando per cambiare la malattia: per farla passare da acuta e mortale a cronica. Come facciamo per ipertensione e diabete. Non curiamo la malattia ma la controlliamo.

In questo caso specifico parliamo di un vaccino personalizzato che è stato sviluppato partendo da cellule cancerose estratte dal tumore del malato: la terapia che viene messa a punto inietta dei geni “personalizzati” che danno modo al corpo di combattere con efficacia il tumore con le sole difese immunitarie. E’ così che i pazienti del centro vengono curati. Ed è questa procedura ad essere stata sottoposta al parere della Food and Drug Administration. Il reparto oncologico della struttura di Dallas è l’unico al mondo ad eseguire questa tipologia di trattamento. L’intera procedura di approvazione potrebbe impiegare tra i 4 ed i 5 anni per completarsi. Quel che è evidente dalla casistica resa pubblica è che il vaccino mensile personalizzato messo a punto sta già dando ottimi risultati, portando ancora una volta l’immunoterapia ad essere considerata (a ragione) il trattamento del futuro.

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