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Uno spray nasale all’ossitocina contro la timidezza

La timidezza si può sconfiggere con uno spray all’ossitocina. E’ la conclusione di un recente studio pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science. A realizzarlo un’équipe di ricercatori del Seaver Autism Center for Research and Treatment di Israele in collaborazione con un team di colleghi della Columbia University.

Ne parliamo perché si tratta di una scoperta importante per sconfiggere un problema spesso sottovalutato, la mancanza di disinvoltura nei rapporti sociali, che compromette la vita di relazione di molte persone e porta all’isolamento ed alla conseguente depressione. Ma ne parliamo soprattutto per le implicazioni di questo studio per le persone affette da condizioni estreme come l’autismo.

Lei è l’ossitocina, la conosciamo già, il cosiddetto ormone dell’amore, associato da precedenti ricerche a legami empatici, in special modo nel rapporto tra genitori e figli. Questa nuova ricerca ha scoperto che la sostanza è in grado di migliorare le abilità sociali nelle persone timide ed introverse, che hanno difficoltà enormi a relazionarsi, mentre non ha alcun effetto sulle persone già di per sé estroverse. Lo studio è stato condotto su un campione di 27 uomini, alcuni trattati con placebo, altri con lo spray all’ossitocina. Ai partecipanti è stato poi chiesto di ascoltare altre persone raccontare momenti emozionanti della loro vita e di esporre successivamente le emozioni captate nel discorso altrui. Un compito di precisione empatica, misurato con un test noto come AQ, impiegato solitamente sui pazienti autistici.
Jennifer Bartz della Mount Sinai School of Medicine ha spiegato come

L’ossitocina sia ampiamente conosciuta per rendere le persone più empatiche e più comprensibili. Il nostro studio contraddice questo. L’ossitocina sembra essere utile solo per coloro che sono meno abili socialmente.

I nostri dati mostrano che l’ossitocina migliora selettivamente la cognizione sociale nelle persone meno abili socialmente, ma che ha poco impatto sugli individui socialmente più abili.

La ricercatrice conclude affermando che sono necessarie ulteriori ricerche per avvalorare questi risultati e scoprire se, effettivamente, l’ormone dell’amore possa trovare impiego come

potenziale trattamento per le persone con deficit sociale e con disturbi caratterizzati da deficit nel funzionamento sociale, come l’autismo.

[Fonte: Agi Salute]