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Tumore al cervello, aspirina liquida meglio di chemioterapia?

L’aspirina liquida migliore della chemioterapia per curare il tumore al cervello? Potrebbe diventarlo secondo lo studio condotto dagli scienziati dell’Università di Portsmouth, i quali sono convinti della sua validità nell’approccio a questa neoplasia.

Soprattutto nei confronti del glioblastoma, attualmente una delle forme più aggressive di cancro al cervello. In cosa consiste la formulazione a base di aspirina liquida messa a punto dai ricercatori ed utilizzata dagli stessi per la loro sperimentazione? Per l’appunto il farmaco sopracitato modificato grazie a due ingredienti particolari e non ancora resi noti. Il medicinale è stato soprannominato IP1867B e nella sua fase preliminare di studio avrebbe mostrato di avere più efficacia dell’attuale chemioterapia. Nonostante dovranno esserci altre sperimentazioni prima di arrivare ad un uso clinico dello stesso, i risultati ottenuti fanno ben sperare gli esperti.

Perché questa particolare aspirina liquida è tanto speciale? La risposta sta nella sua capacità di attraversare la barriera del sangue nel cervello (adibita alla sua protezione, N.d.R.) raggiungendo così l’encefalo stesso per sconfiggere il glioblastoma presente. Un approccio che non tutti i farmaci attualmente disponibili per il trattamento clinico di tale tumore al cervello consentono di utilizzare, al contrario di questo che testato sulle cellule tumorali di adulti e bambini ha mostrato la sua efficacia senza danneggiare le cellule sane.

Gli scienziati sono particolarmente fiduciosi: lo studio potrebbe rappresentare la base per un’alternativa più valida della chemioterapia per sconfiggere il glioblastoma ed abbattere così i numeri della mortalità relativa allo stesso. La ricerca in questione è stata presentata a Varsavia, presso la conferenza “Brain Tumors 2016“. Fattore importante: tutti e tre gli ingredienti di questo nuovo farmaco messo appunto sono già stati autorizzati per uso umano. Questo significherà in futuro, con molta probabilità, una più veloce autorizzazione clinica nel momento in cui la sicurezza del medicinale sarà comprovata da ulteriori e più completi studi.

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