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Cosa accade nella mente di chi uccide una donna?

Cosa accade nella mente di chi uccide una donna? E’ una domanda che purtroppo ci poniamo troppo spesso a causa delle cronache che riportano casi di femminicidio. Ma cosa scatta davvero? Troviamo insieme una risposta grazie allo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano.

La nostra società è un insieme molto particolare di realtà, dove purtroppo ignoranza e violenza rimangono radicate nel territorio, spesso consolidate anche dal comportamento di figure importanti e di riferimento. Per quanto sia ingiusto l’odio verso il debole e il diverso trovano facilmente espressione. Razzismo ed omofobia sono solo i due esempi più diretti di tale comportamento.

Le donne sono, secondo lo psichiatra, la categoria più colpita da questa rabbia spesso inespressa. Quel che è difficile da capire è perché questa nasca e gli uomini sentano il desiderio di darle sfogo sia generalmente, sia arrivando al femminicidio. Per l’esperto, alla base, vi è tra le altre cose un problema di mancata empatia ed una ricorrente tradizione errata di non rispetto. Per secoli la donna è stata vista come un oggetto di cui l’uomo poteva disporre a piacimento. Il padre prima ed il marito dopo. Questo perché la figura femminile era considerata più debole e come tale veniva discriminata. E’ quando questo controllo da parte dell’uomo viene a mancare che spesso lo stesso matura un odio tale da portarlo all’omicidio. Spiega il dott. Cucchi:

Il maschio virile è colui che si occupa della tutela dei soggetti deboli e a lui subordinati; deve esprimere autocontrollo, razionalità e senso morale, ma allo stesso tempo la natura del suo corpo è predatoria e violenta. La violenza si verifica quando il soggetto subordinato mette in discussione la propria relazione di dominio.

Ed è proprio questo, continua, che porta in qualche modo l’uomo a sentire la sua identità maschile messa in discussione, dando vita ad un delle cause principali della violenza di genere. E’ la difficoltà del sesso forte a sentirsi non dominante o pari alla donna: fattore che talvolta si sviluppa in ansia e ed incertezze che a seconda del carattere si metabolizzano e si risolvono in modo diverso. Ci sono coloro che accettano questo nuovo ruolo maschile e si pongono ad un livello paritario con la propria compagna,  e c’è chi non si accetta, accumulando risentimento fino all’esplosione finale. Va detto che sebbene questo possa spiegare cosa accade nella mente di chi uccide una donna, non rende il tutto più accettabile: parliamo sempre di femminicidio.

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