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A Palermo donna morta per overdose di chemioterapia

Nuovo caso di malasanità a Palermo, che ha provocato la morte di una donna di soli 34 anni affetta dal morbo di Hodgkin, una forma di tumore curabile. Alla donna, infatti, sarebbero stati somministrati 90 milligrammi e non 9, come prescritto dai protocolli, di un farmaco chemioterapico. Cinque le persone finite nel registro degli indagati fra medici e infermieri.

L’ospedale di Palermo, il Policlinico “Paolo Giaccone” ha ammesso il suo errore, ma sostiene che possa essere una concausa e non la causa diretta della morte. Intanto, anche la magistratura ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza sulla vicenda.

L’infermiera che ha somministrato la dose di chemioterapia, ben 15 fiale, ovvero 10 volte più del dovuto, si sarebbe insospettita rivolgendosi alla dottoressa che l’aveva prescritta, ma il medico che quella mattina aveva visitato la paziente assieme ad uno specializzando, le avrebbe detto di proseguire con la cura. Secondo quanto accertato fino ad oggi, si sarebbe trattato di un banale errore materiale, uno zero in più, forse digitato per sbaglio.

L’inchiesta della procura dovrà accertare eventuali responsabilità, a cominciare dal medico che avrebbe prescritto la dose 10 volte superiore a quanto previsto dai protocolli. Si pensa possa essere stata una dottoressa ufficialmente in servizio in un altro reparto, e questo spiegherebbe perché nelle carte non compare il suo timbro ma quello di un collega specializzando presente quel giorno con lei. Il dottore che aveva in cura la donna, che si era recata all’ospedale per la prima seduta del quarto ciclo di chemio, quella mattina del 7 dicembre non c’era.

A presentare un esposto alla magistratura sono stati i familiari della donna, dopo che i medici avevano liquidato la faccenda attribuendo la morte della donna a generici disturbi gastrointestinali.

La notizia della morte di questa donna, che lascia un marito e una bambina di soli 7 mesi, per di più affetta da un tumore curabile, appare agli occhi di chiunque come un errore tragico e inaccettabile. Non si può entrare in un ospedale e uscirne morti per uno zero in più o una garza dimenticata nello stomaco.

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