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Ebola, drammatica testimonianza dalla Sierra Leone

E’ drammatica la situazione in Sierra Leone. L’ebola ha ucciso senza sosta, e la popolazione dopo tanta sofferenza sta iniziando ora a non vedere con occhio sospettoso l’aiuto dei medici stranieri. Le parole di un missionario che gestisce un centro di cura ci aprono uno squarcio triste e straziante su quella che è la realtà di un paese afflitto da un virus mortale.

Padre Michael Koroma è colui che gestisce il St. John of God Catholic Hospital-Lunsar, la stessa struttura dove si è ammalato il missionario spagnolo poi morto agli inizi di ottobre. Ed è terrificante leggere con quanta calma ma comunque affezione il religioso racconti sì della contentezza relativa all’arrivo di nuovi operatori sanitari dall’Inghilterra e da Cuba, ma anche di come sia stato necessario, dopo avere perso 8 colleghi, mettere in quarantena l’ospedale e studiare da capo tutte le procedure per assistere i malati evitando il contagio da ebola.

E’ incredibile quanta forza di volontà ma al contempo quanta disperazione venga espressa dalle sue parole. Ci racconta che missionario spagnolo morto, pur conscio delle sue condizioni, prendendo più precauzioni possibili ha assistito gli altri malati fino all’ultimo, arrivando addirittura a dare assistenza in sala operatoria prima di svenire e letteralmente non alzarsi più per via del contagio del virus. Si tende a spettacolarizzare molto i casi occidentali di ebola, ma il riflettore sulla disgrazia delle popolazioni africane e di chi lotta per aiutarli a sopravvivere passa in secondo piano, perché distanti, perché fino a che non diamo loro il giusto spazio… è come se non esistessero e quindi non siamo costretti ad aprire gli occhi, ad avere paura, a sentirci in colpa perché non facciamo nulla. I volontari del Fatebenefratelli stanno affrontando l’emergenza in prima linea, ed in questo momento sono i nostri occhi su un virus che sta spezzando una vita dopo l’altra senza fare distinzioni.

La speranza, per chi è lì, però non muore: tra mille difficoltà, la mancanza di fondi e di presidi si va avanti comunque. Per non far trionfare il male. Per sconfiggere la malattia.

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