Home » Endocrinologia » Nodulo alla tiroide, quali esami da fare per la diagnosi e quale specialista

Nodulo alla tiroide, quali esami da fare per la diagnosi e quale specialista

 I noduli alla tiroide o sono delle formazioni, spesso di tipo cistico e più raramente di tipo tumorale, che possono formarsi all’interno di questa ghiandola del corpo umano. Essi possono essere caldi e quindi produrre ormoni tiroidei o freddi e quindi privi di questa funzione. Possono essere solidi o liquidi o misti. Qual è lo specialista che si occupa di loro? Come si esegue la diagnosi? Quali esami si devono fare?

I noduli tiroidei, a seconda delle caratteristiche che li contraddistinguono, possono apportare all’organismo patologie o fastidi di differenti entità. Non dobbiamo dimenticare che gli ormoni tiroidei regolano il nostro sviluppo, il nostro consumo di energia e molte altre funzioni tra le quali figurano lo stato di salute del cuore in quanto a ritmo, le mestruazioni nelle donne ed addirittura la forza muscolare.

L’endocrinologo

La figura che si occupa di studiare i noduli tiroidei, diagnosticarli e curarli è l’endocrinologo. Questo particolare professionista della salute è specializzato nello studio del metabolismo umano, delle ghiandole secernenti ormoni del nostro corpo e di come gli stessi possono influenzare le nostre condizioni.  Si tratta di un medico in grado di correlare i vari segnali provenienti da diversi esami diagnostici e consigliare la cura migliore da seguire per il paziente secondo la tipologia di noduli alla tiroide (in questo caso, N.d.R) di cui soffre.

In caso di tumore alla tiroide è un valido aiuto per l’oncologo al fine di trovare un approccio multitasking ed efficace. E’ il professionista in grado, attraverso la palpazione della ghiandola,  la visualizzazione di valori alterati negli ormoni presenti nel sangue (T3 –T4) e l’analisi del quadro clinico della persona, se vi sia la necessità di andare a fondo rispetto ai sintomi e dare il via ad esami diagnostici più approfonditi.

Gli esami: ecografia ed ago aspirato.

L’ecografia alla tiroide dà modo, attraverso il rifrangersi degli ultrasuoni, di ottenere una “fotografia” della situazione. Essa consente di verificare se la tiroide è aumentata di volume e se al suo interno presenta delle formazioni. E’ il primo esame che viene fatto ed il meno invasivo di tutti: nonostante ciò consente all’endocrinologo di avere una prima idea sulla situazione della ghiandola e se sia necessario procedere con l’ago aspirato.

L’ago aspirato è un esame che viene solitamente effettuato dopo l’ecografia e dopo aver verificato il livello degli ormoni tiroidei nel sangue o una loro eventuale normalizzazione in seguito ad una terapia apposita. Si tratta del primo esame in grado di palesare se il nodulo sia di natura tumorale o meno. Questo perché è in grado di acquisire del materiale cellulare sottoponibile a controllo citologico al fine di stabilire la natura dei noduli. Esso consiste in una “puntura” effettuata sul collo ed alla conseguente “aspirazione” delle cellule.

Photo Credit | Thinkstock

Articoli Correlati:

Come prepararsi per l’ecografia alla tiroide

Nodulo alla tiroide: freddo, caldo, vascolarizzato o solido, quale è la differenza

Lo iodio in gravidanza