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Dopo il sesso sicuro, gli inglesi promuovono la guida al “piacere del sesso”

La Gran Bretagna è sicuramente la terra delle contraddizioni. Tra le varie che hanno scandito la storia della sua civiltà, ce n’è una sempre più di attualità: l’aumento delle gravidanze minorili. Ci siamo occupati più volte di questo fenomeno, il quale vede in special modo l’Inghilterra come la nazione in cui l’età delle partorienti si sta abbassando molto velocemente, fino ad arrivare a considerare la normalità un parto intorno ai 15 anni, e a non stupirsi più quando delle tredicenni mettono al mondo un figlio.

Ma anziché tentare di recuperare la situazione, tenendo corsi sul sesso sicuro e sulle pratiche per evitare gravidanze indesiderate, il National Health Service, il nostro servizio sanitario nazionale, ha appena diramato una guida sui piaceri del sesso, la quale invita i giovani, ma anche i meno giovani, a fare quanto più sesso possibile perché fa bene, ma senza ricordare che vanno prese le dovute precauzioni.

Il controsenso è evidente. Come si può, in una nazione in cui delle persone poco più che bambine diventano madri, con un peso enorme soprattutto per le fasce più deboli, inneggiare al sesso ed invitare a farne sempre di più? Secondo il NHS il motivo è perché il sesso fa bene. Questi “geni” del servizio sanitario britannico puntano il dito contro i soliti medici noiosi che per una buona salute indicano come norme da seguire sempre le stesse cose: una dieta sana e mezz’ora di attività fisica al giorno. Perché allora non invitare al sesso e alla masturbazione?

Secondo loro, queste pratiche comportano piacere e servono a rilassare, a fare dell’esercizio fisico e a mantenere distanti gli acciacchi, soprattutto se fatto tra persone ormai non più giovanissime. Peccato però che ci si dimentichi dell’educazione sessuale.

L’iniziativa, il cui slogan non ha mancato dallo scatenare polemiche (un orgasmo al giorno toglie il medico di torno), ha fatto arrabbiare educatori e genitori, non tanto per il solito puritanesimo e alla cosiddetta “morale” che non permetterebbe di parlare o pubblicizzare tali pratiche, ma più che altro perché, incoraggiando a fare del sesso indistintamente e senza pensarci su, porterebbe ad aggravare la situazione delle gravidanze, nonché ad aumentare la diffusione delle malattie veneree perché, si sa, i soggetti più a rischio sono i più giovani, quelli che quando fanno sesso non pensano alle conseguenze. Va bene il “diritto” a fare sesso, ma qualche postilla sulle precauzioni in più il National Health Service poteva anche ricordarsi di inserirla.

[Fonte: Repubblica]