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Alzheimer, il potere della musica sulla memoria

Abbiamo parlato delle proprietà riabilitative del canto per i pazienti affetti da ictus che vogliono riacquistare la capacità di parlare correttamente. La terapia di intonazione melodica che in molti ricorderanno sapientemente esposta nel film Flawless, con un magistrale De Niro nei panni del paralizzato. Torniamo a parlare di terapie alternative e di musica stavolta in riferimento alla demenza che colpisce in misura massiccia la popolazione anziana. I ricercatori della Boston University School of Medicine (BUSM) hanno dimostrato che i pazienti con il morbo di Alzheimer riescono a memorizzare e a ricordare nuove informazioni verbali quando queste gli vengono fornite in un contesto musicale. Anche più di una persona anziana sana, e qui sta il dato sorprendente.

Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza ed è caratterizzato da un generale, progressivo declino delle funzioni cognitive che si presenta nelle fasi iniziali come un’alterazione della memoria episodica. L’insorgenza e la velocità di questo declino tende a variare tra i domini cognitivi, e alcune funzioni possono essere risparmiate a scapito di altre.
Per determinare se la musica può migliorare l’apprendimento di nuove informazioni, ai pazienti con morbo di Alzheimer ed a soggetti sani è stato presentato il testo di una canzone, prima in forma orale (qualcuno che lo leggeva ad alta voce senza che loro avessero il testo davanti) poi solo scritta (davanti allo schermo di un computer), ed infine accompagnato dalla musica (cantato).
La modalità che ha permesso di memorizzare maggiormente le canzoni è risultata proprio quella cantata, ma solo nei pazienti ammalati di Alzheimer. Secondo l’autore dello studio, il neuropsicologo Brandon Ally:

La terapia musicale va ad influire su una complessa rete neurale che recluta tutte le aree del cervello, anche quelle meno colpite da Alzheimer o comunque colpite più lentamente rispetto alle zone associate alla memoria. Dunque gli stimoli accompagnati da musica possono creare un’associazione più solida di quanto non facciano gli stimoli accompagnati da una semplice registrazione vocale senza musica.

Questo studio è particolarmente importante per sviluppare nuove terapie non invasive per potenziare la memoria e rallentare il declino funzionale nei pazienti ammalati di Alzheimer.

[Fonte: Boston University Medical Center (2010, May 12). Music aids Alzheimer’s patients in remembering new information. ScienceDaily. Retrieved May 13, 2010, from http://www.sciencedaily.com /releases/2010/05/100512112314.htm]