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Antibiotici: provocano danni permanenti?

 Quando si parla di antibiotici, la prima cosa a cui si fa riferimento sono i batteri che debbono combattere s subito dopo a come l’abuso possa portare a sviluppare una resistenza agli stessi in grado di rendere il nostro corpo più vulnerabile. I ricercatori del NYU Langone Medical Center (Usa), guidati dal dott. Martin Blaser, sostengono che un uso indiscriminato di questo medicinale possa recare danni permanenti al sistema immunitario.

Non solo, andrebbero a colpire anche la flora batterica buona che tra le tante funzioni che possiede vi è quella di essere in grado di mantenere il giusto equilibrio tra i ceppi batterici presenti nell’intestino. Questi danni creati all’interno del nostro sistema immunitario, spiega lo scienziato, sono da considerare più pericolosi di qualsiasi superbatterio esistente.

Il problema, spiegano i medici, è nell’utilizzo sbagliato che si fa degli stessi. Basta tornare indietro nel tempo nelle nostre vite per verificare che quasi sicuramente siamo stati sottoposti anche noi a dosi inutili di questi medicinali, ottimi per curare le infezioni, ma inutili in caso di influenza visto che quest’ultima è scatenata da un virus.  E questo solamente per ciò che riguarda ciò che assumiamo spontaneamente. E tutte quelle sostanze antibiotiche che nolenti assumiamo attraverso il cibo ed in particolare mangiando la carne?

Va ricordato poi che quando con gli antibiotici uccidiamo i batteri cattivi, automaticamente facciamo la stessa cosa con quelli buoni, che nel nostro corpo regolano, ad esempio, la salute dell’intestino e dell’apparato genitale. Quando vengono sottoposti a dure dosi di antibiotico, in molti casi non sono in grado di riprendersi e moltiplicarsi, esponendo quindi il corpo ad ulteriori infezioni e patologie. Secondo il dott. Blasier possono essere collegate ad un uso indiscriminato di questi farmaci anche l’obesità, le allergie, l’asma ed addirittura il diabete di tipo 1.

Sebbene molte delle “intuizioni” del dott. Blasier debbono ancora essere comprovate incontrovertibilmente, non sarebbe male limitare l’uso di questi medicinali, utilizzandoli solo ove strettamente indispensabili.

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Fonte: La Stampa