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Dal Cardarelli alla clinica privata del primario: scandalo sanità a Napoli, ma accade solo lì?

 Si fa un gran parlare e gridare allo scandalo in queste ore per ciò che è avvenuto a Napoli, per essere precisi al Cardarelli, storico nosocomio della capitale partenopea. Vi raccontiamo i fatti: nella giornata di ieri è stato arrestato e condotto presso il carcere di Poggioreale Paolo Iannelli, noto luminare e primario della seconda divisione di ortopedia del Cardarelli di Napoli. L’accusa è quella di concussione, truffa e falso e si basa su numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, nel corso delle quali è emerso il meccanismo incriminato: i pazienti, ricoverati presso il reparto di ortopedia dell’ospedale, venivano “dirottati” presso la lussuosa clinica privata Villa Del Sole, ovviamente di proprietà dello stesso primario.

Il tutto dietro pagamento di profumate parcelle, ovviamente senza l’emissione di fattura. Era impossibile farla visto che poi falsi documenti venivano creati ad hoc per far passare l‘intervento chirugico o la prestazione ortopedica ambulatoriale in intramoenia e chiedere dunque il rimborso alla Asl. La cosa atipica però è che tutto nasce da un’inchiesta della Guardia di Finanza, proprio sulla pratica dell’intramoenia, di qualche anno fa, che ha poi coinvolto anche i Nas dei Carabinieri, dati i fatti che si andavano via via delineando. Agghiacciante ad esempio il caso dell’uomo sottoposto a Bypass gastrico, morto durante l’intervento nella clinica privata e trasportato cadavere presso la terapia intensiva del Cardarelli dove è stato dichiarato deceduto subito dopo, per non infangare il nome della casa di cura.

Rispetto a questo tutto il resto che è emerso sembra banale, ma non lo è: come il fatto che lo stesso Iannelli risultasse in servizio con orari massacranti, mentre si trovava in vacanza in Thailandia (è solo l’ultimo di 88 casi di ubiquità riscontrati al medico). Ciò che mi stupisce e mi infastidisce profondamente è che l’inchiesta non sia partita dalla denuncia di un paziente: in tanti anni, nessuno si è mai rivoltato contro questo status quo? Ebbene no. Io vivo in Campania e tutti i giorni mi scontro con questo stato di cose. E’ vero, la colpa non è dei pazienti, che in caso di malattia subiscono una pressione psicologica che li porta anche a contrarre debiti pur di risolvere: è il caso di una signora anziana, con frattura multipla alla gamba e tantissimi dolori, lasciata su una barella per 5 giorni con la prospettiva di attenderne almeno altri 15-20 prima del proprio turno in sala operatoria, a meno che….non optava per la “clinica del professore”!

Ma nessuno comunque dopo l’intervento chirurgico si è andato a rivolgere alla magistratura? Il caso, sono sicura, non è l’unico: ad una persona cara (altro nosocomio campano) è successo con un oncologo, sempre in struttura sanitaria pubblica…per operare un tumore al colon o aspettava un paio di mesi o pagava 10.000 euro per fare tutto il giorno successivo. L’uomo (rifiuto di chiamarlo medico) è stato arrestato dopo pochi giorni per altri fatti. Ma non pensiamo che questo accada solo in Campania. Qui esistono tanti bravi medici, ancora con la passione per il loro lavoro, nonostante siano schiacciati da caste ed eventi assurdi. Molti di loro lavorano anche gratis.

Così come faceva tantissimi anni fa Eugenio Iannelli, padre dell’arrestato e vero luminare, amico del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, stimato in tutto il mondo e sul quale si raccontano leggende: la verità è che è stato medico dei giocatori del Napoli, di personaggi di calibro internazionale, ma ha anche curato gratis tanti suoi concittadini. Insomma questi casi di malasanità nascono dalle persone e non dal luogo o dalla cultura. E queste sono ovunque, poche rispetto alla maggioranza della categoria seria ed affidabile, ma comunque “troppe”. Queste cose accadono anche altrove e sono sicura pure nel nord d’Italia. Mi piacerebbe che tutto questo cambiasse però perché la salute è un diritto di tutti, ed è spesso sinonimo di vita: chi se ne approfitta non merita di essere chiamato “dottore”. Fatti di questo tipo, quotidiani e silenti, rovinano la classe medica, il rapporto con i pazienti, ne mettono a rischio la salute: è ora di cambiare, non trovate?

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Ludovica Mancini e seguita ad un’inchiesta dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio. Coinvolte oltre al primario circa altre 30 persone, tra medici e paramedici che avrebbero collaborato al meccanismo dalle varie sfaccettature. Agli arresti domiciliari anche il fratello gemello di Paolo, Gabriele (cardiologo presso il policlinico) e socio nella proprietà di Villa del Sole, e l’amministratore delegato della clinica, Marco Von Arx.

Mi piacerebbe la vostra opinione al riguardo.

Foto: Thinkstock