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Ospedali anti-sismici con tecnologia dell’isolamento della base, in Italia sono in due

Tra le tante immagini terribili che ci sono passate davanti in questi giorni che documentavano il terremoto in Abruzzo, certo una delle più tristi per un Paese civile è veder crollare come fossero di sabbia (e forse lo erano?) alcuni dei muri di una struttura tutto sommato nuova, ricostruita da poco, che dovrebbe essere, insieme a scuole ed edifici pubblici, un punto di sicurezza cardine per i cittadini: l’ospedale.

Ebbene, in occasione di questa terribile calamità naturale, è venuto fuori un dato sconcertante: in Italia ci sono solo due ospedali che rispettano pienamente, e sottolineo pienamente, le norme anti-sismiche.  I nosocomi attrezzati per sostenere emergenze di questo tipo ed operare in situazioni di simili catastrofi sono il Gervasutta di Udine e il nuovo ospedale di Frosinone, gli unici attrezzati con la tecnologia dell’isolamento della base.

A sottolineare la totale e assoluta, salvo i due casi appena citati, carenza di strutture sanitarie anti-sismiche è l’Oice, l’associazione che rappresenta l’ingegneria italiana organizzata:

Gli unici ospedali antisismici realizzati in Italia con la tecnologia dell’isolamento della base, che consente di restare in piedi e funzionare anche in emergenza, sono il Gervasutta di Udine e il nuovo ospedale di Frosinone.

Ma quanto costerebbe avere ospedali completamente sicuri nel nostro Paese? Immaginiamo cifre esorbitanti, dal momento che solo due hanno optato per la tecnologia dell’isolamento della base. E invece, sempre stando a quanto riferito in questi giorni dall’Oice, il costo in percentuale è di solo il 3% in più rispetto alla spesa sostenuta per una struttura potenzialmente a rischio. Ma c’è di più:

L’aumento dei costi è assolutamente riassorbibile all’interno di una progettazione attenta dei materiali.

Sono dati che fanno certamente riflettere su quella che è una situazione a dir poco pericolante degli ospedali italiani. L’Italia è un Paese ad alto rischio sismico, fatta eccezione per poche aree. Come mai non si è pensato ad investire in strutture sanitarie che resistano anche a forti scosse di terremoto? Interrogativi che devono ancora trovare una risposta e che forse faticheranno ad ottenere una spiegazione plausibile, ma che aleggiano come un tarlo, oggi più che mai, nella mente di molti cittadini che pagano le tasse e vorrebbero sentirsi al sicuro, almeno negli ospedali e nelle scuole in cui mandano tutti i giorni i propri figli.

[Fonte: Ansa]