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Santa Lucia, da gennaio stop a riabilitazione esterni nella Capitale

 Si aggrava la situazione di crisi della Fondazione Santa Lucia, istituto scientifico di Roma specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Sono ormai mesi che il nosocomio combatte con le unghie e con i denti per non mettere a repentaglio non solo le condizioni dei suoi lavoratori ma anche e soprattutto l’assistenza ai malati.  Ora la situazione sta correndo verso la china dell’irreparabile: dal prossimo gennaio verrà infatti sospesa la riabilitazione per gli esterni.

Una notizia che rischia di compromettere in maniera sostanziale il percorso riabilitativo di almeno 350 persone,  tra cui 200 bambini che, grazie alla struttura ed alle cura alle quali vengono sottoposti, stanno man mano recuperando delle condizioni di vita agevoli ed adeguate alla loro età. Si vociferava da mesi di un possibile stop all’assistenza. Una “minaccia” ora diventata una realtà per via del forte indebitamento nei confronti di banche e fornitori e personale da una parte, e l’entità del credito da ricevere da parte della Regione Lazio dall’altra.

Problemi che come spiega la Fondazione Santa Lucia in un comunicato:

rappresentano criticità insuperabili per l’ istituto, che ha ripetutamente presentato la situazione alla Regione con la consegna di una specifica proiezione finanziaria, aggravata ora dalla impossibilità di ottenere ulteriore credito dal sistema.

Definire un peccato tale situazione è estremamente riduttivo, data la fama del luogo di essere uno dei migliori centri di riabilitazione neuromotoria presenti nella Regione ed in Italia. Una realtà in grado di prodursi non solo in ricerche scientifiche accreditate globalmente, ma soprattutto in veri e propri miracoli della riabilitazione. Che rischiano di essere gettati alle ortiche visto che se la situazione non dovesse cambiare non  vi sarebbe solamente uno stop della riabilitazione degli esterni, ma anche la chiusura stessa della struttura con il conseguente licenziamento del personale.

La Fondazione ha presentato il conto alla Asl: almeno 8 milioni di euro per le prestazioni eseguite fino ad oggi e 20 milioni, sui 99 totali attesi, a rimborso del pregresso 2005-2010.  E questo solo per affrontare momentaneamente gli impegni inderogabili. La Regione risponde che una soluzione verrà trovata nel “rispetto delle regole”. Una spiegazione che probabilmente non basterà ai malati che da gennaio rimarranno privi di assistenza.

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