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Poliomielite, l’OMS dichiara stato di allerta

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato lo stato di allerta per la poliomielite. Una malattia che grazie alle vaccinazioni in molti stati appare ormai inesistente, ma che in alcuni paesi del mondo ha rialzato prepotentemente la testa.

Ciò che preoccupa l’OMS è in particolare che nonostante le possibilità di contagio della malattia siano molto basse, paesi come Pakistan, Siria e Camerun siano stati in grado i “esportare” alcuni casi al di fuori dei loro confini. Soprattutto la situazione siriana risulta preoccupante con i conflitti in atto ed il continuo flusso di persone che tentano di lasciare il paese. La paura è che la poliomielite si riaffacci in paesi ormai da tempo completamente liberi dalla malattia. Già qualche mese fa un gruppi di infettivologi aveva lanciato un monito in tal senso dalle pagine della rivista di settore “The Lancet”, spiegando che l’obiettivo più sensibile in tal senso sarebbero potute essere quelle zone dell’Unione Europea con un grado di immunizzazione da vaccini molto basso. Spiega Bruce Aylward, responsabile per la malattia dell’OMS:

Serve uno sforzo internazionale per arginare il ritorno della polio e raggiungere l’eradicazione nel 2018. Le nostre raccomandazioni sono per evitare che la malattia lasci i paesi dove è presente, mentre per tutti gli altri valgono le indicazioni generali per chi viaggia in paesi dove è presente il virus. Il rischio è che la malattia ritorni ad essere endemica nei paesi che l’hanno eliminata, anche se al momento parliamo di numeri molto bassi.

Lo strumento di lotta contro l’epidemia è ovviamente la vaccinazione alla quale dovrebbero essere sottoposti, con tanto di certificazione di avvenuta immunizzazione, tutti coloro che entrano ed escono dai paesi dove il virus è presente. Già nel 2013 era stata lanciata un’allerta quando si erano scoperte delle acque contaminate in Israele. Ricordatevi, la polio si diffonde per contatto oro-fecale tramite acqua e alimenti contaminati e attraverso le secrezioni respiratorie.

Photo Credit | Flickr per Gates Foundation