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Melanina e chiazze sulla pelle/1

Alcune compaiono nell‘infanzia, altre durante la gravidanza, altre ancora rappresentano un segno inequi­vocabile d’invecchiamento: le al­terazioni pigmentarie insidiano, in modo spesso inaccettabile, l’inte­grità estetica della nostra pelle, ci tolgono sicurezza ed autostima, ci pongono a volte quesiti sul nostro stato di salute generale. Soprattutto al rientro dalle ferie estive, evidenziate da un periodo di prolungata esposizione solare, rappresentano uno dei motivi più ricorrenti di consultazione derma­tologica. E così, ecco la signora quarantenne che lamenta la comparsa di una macchia scura sul labbro superiore, a costituire una sorta di orribile “baffetto” di cui ci si vuole quanto prima liberare; op­pure il distinto professionista che  ha notato di recente alcune chiazze chiare sulla pelle del volto e delle mani, dove “la melanina è come scomparsa”.

Ogni macchia sulla pelle ha un suo perché: il dermatologo in ge­nere distingue, nell’ambito delle alterazioni della pigmentazione, quelle ipercromiche, consi­stenti in aree più scure rispetto alla cute sana, da quelle ipocromiche, cioè più chiare. Ad alcune attribuisce scarso si­gnificato, se non puramente estetico; ad altre viceversa con­ferisce un valore che può com­portare l’esecuzione di specifici accertamenti medici. Particolarmente comuni in soggetti di carnagione chiara e capelli rossi sono le efelidi, macchioline delle dimensioni di 2-3 millimetri -da cui il nome popolare di lentic­chie – di tonalità marrone chiara, che compaiono generalmente in­torno ai 5 anni nelle aree esposte alla luce. Nei mesi invernali si no­tano poco, mentre in quelli estivi fanno la loro vistosa comparsa su naso, zigomi e braccia. Ovvia­mente si tratta di un innocuo con­notato estetico, peraltro simpatico e sbarazzino.

Le efelidi non andrebbero confuse (come invece spesso accade) con le lentiggini, generalmente più scure delle precedenti, rispetto alle quali, inoltre, non tendono a scomparire durante i mesi inver­nali. Ciò non vuoi dire che anche le lentiggini non risentano della luce solare, tutt’altro. In partico­lare, la lentigo solare o senile è un tipo di macchia pigmentaria strettamente connessa ai processi di foto-invecchiamento cronico: sul volto, sul dorso delle mani di soggetti anziani, a lungo esposti alle radiazioni ultraviolette, è co­mune osservazione la presenza di chiazzette marroni, erroneamente battezzate come “macchie di fe­gato”.

Poco sopra, abbiamo accennato alla signora che lamentava la comparsa di una macchia scura sul labbro superiore: ebbene, si tratta evidentemente di un mela­sma, serie di macchie, irregolar­mente disposte sul volto sino a configurare, talvolta, una sorta di maschera scura. Il melasma col­pisce per lo più donne adulte, di incarnato scuro e può essere do­vuto a fattori ormonali: non è un caso che gli antichi la chiamas­sero “maschera gravidica” e che nel recente passato di un buon numero di donne che ne soffrono vi sia effettivamente una gravi­danza o l’assunzione della pillola anticoncezionale.

 Spetterà al Dermatologo ricercare eventuali cause e, ove possibile, rimuo­verle. Macchie scure sul viso e sul collo (ma anche in altre sedi corporee) possono manifestarsi in seguito ad una scottatura, una “ceretta” un po’ traumatizzante, un’infiam­mazione: in tutti questi casi, infatti, la pelle diviene più sensibile ai raggi solari, tendendo a scurirsi maggiormente. Pertanto, è buona norma evitare accuratamente l’esposizione solare di aree cuta­nee irritate e/o escoriate.

Molto comuni infine, specie in estate, le reazioni fototossiche causate dal contatto accidentale o intenzionale con alcune piante (dal lattice di fico al bergamotto) con la pelle e la sua successiva esposizione al sole: anche in que­sto caso, dopo una fase infiam­matoria più o meno evidente, vistose macchie scure potranno comparire sulle aree interessate.

Il trattamento delle macchie scure della pelle si basa innanzi­tutto su una rigorosa protezione solare e sull’applicazione di un co­smetico depigmentante. Tramontata l’era dell’idrochinone, efficacissimo come schiarente cu­taneo ma gravato di potenziali ef­fetti indesiderati, attualmente la ricerca dermocosmetica si rivolge a suoi derivati meno aggressivi, quali l’arbutina, o ad altri principi attivi, quali il rucinolo, l’acido co­gito, la liquiritina, il pidobenzone, etc. in casi particolarmente resi­stenti, è possibile ricorrere a pee­ling chimici a base di acido salicilico, da solo o in combinazione con altre sostanze.Negli ultimi tempi, inoltre, l’impiego dei sistemi laser nell’ambito delle ipercromìe è divenuto via via sempre più pro­mettente: dalla luce pulsata al laser Q-Switched, agli ultimi laser frazionali, il mercato offre un’am­pia possibilità di scelta. L’importante, come sempre, è af­fidarsi a specialisti esperti ed ac­creditati.

E veniamo alle ipocromie, vale a dire alle macchie bianche. Come per le scure, le cause ed i mecca­nismi che le determinano sono vari e differenti l’un l’altro. Tra le più co­muni, quelle della pitiriasi versi-color, infezione causata da un fungo, che colpisce molto spesso sportivi, frequentatori di piscine e palestre, etc. L’infezione, che con­siste in numerose chiazzette fine­mente desquamanti distribuite sul collo e sul tronco, alterna fasi in cui appare di colore marrone-camo­scio ad altre, soprattutto in estate, in cui le chiazzette divengono più chiare della cute sana circostante.

In ogni caso è opportuna una visita dermatologica: in tale ambito si de­ciderà se trattare l’infezione con un semplice prodotto locale (schiume o lozioni a base di antimicotici) o ricorrere ad un farmaco per via ge­nerale. Ciononostante, molto spesso le macchie bianche persi­stono anche dopo la scomparsa dell’infezione: questo perché il fungo in questione (Pityrosporum) inibisce temporaneamente la sin­tesi della melanina. Anche in que­sto caso, preziosa risulterà la competenza del Dermatologo, che stabilirà, anche con l’esame alla “Luce di Wood“, l’effettiva guari­gione (e allora basterà qualche lampada per uniformare il colorito della pelle) o viceversa la neces­sità di un supplemento di terapia.

 Altrettanto comune, soprattutto nell’età pediatrica ed adolescen­ziale, è la pitiriasi alba, caratteriz­zata da macchie chiare, a limiti sfumati, localizzate per lo più al viso, al collo ed alle braccia, determinate o aggravate da fattori che seccano la cute. Detergenti ag­gressivi, frequentazione assidua di piscine, sole, etc. possono in­fatti causare una sofferenza epi­dermica che, in soggetti costituzionalmente sensibili, si tra­duce in questo inestetismo. La gestione della pitiriasi alba non è semplice, poiché, a differenza della versicolor, non vi è una tera­pia mirata: in genere il Dermatologo si limita a prescrivere in questi casi delle creme emollienti e ristrutturanti il film idrolipidico.