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Bambini, giusta l’esistenza dell’asilo dei bimbi senza sesso?

 Qualche settimana fa acquistò risonanza mondiale il caso di quei genitori che dopo aver avuto due maschietti che avevano sviluppato tendenze di comportamento femminili, avevano deciso di non dare indicazione di genere al terzo figlio. Ora arriva notizia in Svezia di un asilo dove l’identità di genere viene totalmente sorvolata. Si tratta di una scelta giusta?

Entrare nella struttura Egalia, sebbene non vi sia nulla di spettacolare, lascia decisamente interdetti:  i bambini hanno a diposizione diverse tipologie di gioco, dalle bambole ai robot, passando per i mattoncini lego che da decenni fanno giocare generazioni di minori. Ma mancano totalmente adesivi azzurri e rosa, fiocchi analoghi e coloro che lavorano al suo interno hanno l’obbligo di non identificare i bambini con pronomi di genere.

Ha aperto solo lo scorso anno e per via del suo intento non discriminatorio per sesso,  ha una lista di attesa decisamente lunga calcolando che la struttura può accogliere solo 33 bambini.  Il programma pedagogico, per ammissione stessa delle maestre è molto duro, ma fino ad ora solo un bimbo è stato ritirato dai propri genitori. Questo asilo-progetto, spiegano i coordinatori della struttura, pone come primo principio la lotta alla discriminazione sessuale.

I bambini vengono chiamati tramite il nomignolo “friend”, amico e attraverso il pronome neutro “Hen” al posto dei canonici “lei” e “lui”. A coadiuvare gli insegnanti nell’educazione un esperto delle differenze di  genere, il quale ha messo a punto programmi al fine di non portare alla discriminazione ne per orientamento sessuale,  ne per il colore della pelle.

Sulla carta, va ammesso, sembra un ottimo programma, condivisibile soprattutto nella parte nella quale insegna ai bambini a relazionarsi ed a capire ciò che appare diverso da loro, crescendoli un ambiente di eguali privo di pregiudizi. Al contempo lascia però perplessa la totale cancellazione dell’identità di genere. Fattore questo che ha scatenato diverse critiche, soprattutto in patria. Voi cosa ne pensate?

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Fonte: Corriere della Sera