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Deficit dell’attenzione: anestesia possibile fattore di rischio

 L’anestesia può rappresentare un fattore di rischio nei bambini in merito allo sviluppo del deficit di attenzione? La risposta è positiva, soprattutto rispetto a coloro che non sono mai stati sottoposti a tali trattamenti farmacologici. Si tratta dell’ennesima conferma in tal senso, questa volta pubblicata sulla rivista Mayo Clinic Proceedings  in merito ad uno studio sul tema condotto dai ricercatori della Mayo Clinic.

Coordinata dal dott. David Warner, la ricerca in questione ha sottolineato come i bimbi sottoposti ad anestesie hanno il doppio delle possibilità di sviluppare la sindrome da deficit dell’attenzione, conosciuta anche in ambito medico con l’acronimo ADHD. Lo studio finanziato dall  Food and Drug Administration statunitense  e dal National Institutes of Health nell’ambito del Rochester Epidemiology Project ha ribadito la veridicità di risultati precedentemente ottenuti su modello animale, i quali evidenziarono modificazioni all’interno del cervello dei cuccioli.

Lo studio quindi è stato concepito per verificare se gli stessi accadimenti si presentassero anche nell’encefalo umano. Commenta il dott. Warner:

Questi studi hanno suscitato il nostro interesse anche se eravamo scettici sul fatto che i risultati rilevati negli animali sarebbero stati effettivamente correlati con i bambini, ma evidentemente ci sbagliavamo.

A quanto pare in fatti la correlazione esiste ed è evidente. Gli scienziati sono partiti dai risultati di uno studio epidemiologico pre-esistente riguardante l’andamento scolastico dei bambini di Rochester, nel Minnesota, nati tra il 1976 ed il 1982, focalizzando in particolare l’attenzione su quelli che avevano poi sviluppato problemi di apprendimento o di deficit dell’attenzione. Una volta ottenute le informazioni sui casi in questione, i dati sono stati incrociati con quelli relativi all’esposizione all’anestesia nei bambini fino ai 3 anni.

Nel caso di assenza di interventi e quindi di questa particolare terapia, la percentuale di incidenza del deficit era pari al 7,3%: numeri che salivano al 17,9% in caso di esposizione all’anestesia. Sebbene lo studio non indichi una correlazione “causa-effetto” tra i due parametri, il risultato appare abbastanza significativo.

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