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Iperattività nei bambini, l’influenza del cibo

L’iperattività dei bambini può essere condizionata dal modo in cui mangiano? Sembrerebbe di si. Ma attenzione, non parliamo di un cibo in particolare, ma del modo in cui si mangia o meglio,  di come lo stesso viene addentato e masticato.

Secondo una ricerca della Cornell University pubblicato sulla rivista di settore Eating Behaviors la tranquillità dei nostri bambini e la loro iperattività possono dipendere dall’utilizzo dei denti incisivi. Gli scienziati sostengono che per tenere buoni i bambini a tavola così come nella vita sarebbe necessario tagliare loro accuratamente il cibo, in modo tale da consentire loro di mangiare piccoli bocconi. E’ stata svolta una sperimentazione ben precisa sul tema, analizzando il comportamento di un gruppo di bambini di età compresa tra i 4 ed i 12 anni nel corso di un campo estivo. Quelli che addentavano mordendo a strappo con gli incisi le mele nella loro interezza, le cosce di pollo e le pannocchie hanno mostrato di essere più attivi ed addirittura più aggressivi di tutti quei minori che mangiavano invece in piccoli bocconi già preparati per loro. Come ha spiegato il dottore Brian Wansink del Cornell Food and Brand Lab, quelli che utilizzavano gli incisivi per strappare il cibo erano il doppio più aggressivi con gli altri bambini e almeno due volte più disobbedienti con gli adulti.

L’esperimento è stato condotto dividendo il campione di bambini in due gruppi i quali hanno alternativamente mangiato cibo nei due modi differenti sopra descritti. L’osservazione del loro comportamento da parte del personale e la videoregistrazione dei pasti ha reso possibile trarre le conclusioni sull’influsso della masticazione sull’iperattività dei bambini. Un esempio? Alcuni dei bambini che hanno strappato il cibo con i denti sono saliti sul tavolo da pic-nic e si sono messi a saltellare per attirare l’attenzione.

Non sarà forse ancora possibile stabilire un rapporto causa-effetto, ma tagliuzzare in maniera adeguata i cibi ai nostri bambini non ci costa nulla, vero?

Fonte | Eating Behaviour

Photo Credit | Thinkstock