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Sindrome da Alienazione Parentale (PAS), per il bimbo prelevato a forza da scuola

 Una Sindrome da Alienazione Parentale alla base dei fatti accaduti ieri ad un bimbo di Padova, ma di cosa si tratta? Sono state già spese abbastanza parole, ma da mamma non riesco a non commentare ciò a cui è stato sottoposto il ragazzino frequentante le scuole elementari. Il video mi ha fatto venire tante lacrime agli occhi e una forte sensazione di vomito. Perdonatemi questo termine, ma è fisicamente reale. Non si trascina in quel modo neppure il peggior delinquente, come si può fare con un bambino così piccolo? Davanti ai suoi compagni? Quale trauma dovuto alla paura e alla lesione della dignità di una creatura innocente sarà stato creato? E chi consolerà e renderà comprensibili fatti inspiegabili agli altri bambini presenti? Stavolta ci sono le immagini, ma il problema è noto da tempo ed ancora una soluzione non si è trovata. Le forze di polizia sono costrette da chi a fare ciò? Ora si parla di corsi da frequentare con esperti psichiatri e psicologi per affrontare tali situazioni. Ben vengano, affinché non si traumatizzi più un bambino in tal modo

  Sindrome da Alienazione Parentale, una giusta motivazione?

Quello che mi ha colpito però è anche la motivazione che ha determinato la sottrazione forzata del bimbo alla mamma e l’affido ad una comunità:  la Corte d’Appello di Venezia ha emesso un decreto sulla base del fatto che al bambino era stata diagnosticata la PAS (Parental Alienation Syndrome), ovvero la Sindrome da Alienazione Parentale (o Genitoriale). E’ una tematica nota e molto discussa. Tale sindrome sarebbe infatti stata “isolata” di recente, nel 1985 da uno psichiatra forense americano Richard A. Gardner e consisterebbe in un disturbo grave che si sviluppa in bambini contesi nelle separazioni. Attualmente la PAS non è riconosciuta dalla maggior parte delle istituzioni scientifiche. E non è inclusa neppure nell’attuale DSM (Manuale Diagnostico e Statistico) dell’Associazione Psichiatrica Americana. Tantomeno è riconosciuta la terapia che prevede l’allontanamento del bambino dall’ambiente alienante. In Italia invece tale sindrome è contemplata nelle “Linee guida in tema di abuso sui minori” della “Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (S.I.N.P.I.A.)”, come forma di abuso psicologico.

Cos’è di preciso la Sindrome da alienazione Parentale?

Come fe quando si sviluppa questa sindrome? Quando un genitore effettua una sorta di “lavaggio del cervello” del bambino denigrando l’altro genitore. Questo arriverebbe a distruggere la relazione psico-affettiva del bimbo coinvolto nei confronti del genitore denigrato, con effetti importanti sul suo equilibrio immediato e futuro. Da qui la sottrazione dei bambini dai genitori alienanti e l’inserimento in un contesto neutro affinché si “resetti” la psiche del bambino.

Tutto ciò mi fa orrore, per le modalità, ma anche per la consapevolezza che questi “lavaggi del cervello” dei bambini vengono effettivamente fatti in tante occasioni, a volte coscientemente e a volte meno. Attualmente la maggior parte degli studiosi definiscono questa sindrome priva di fondamenti scientifici e ne ritiene pericolosa l’applicazione, mentre gli Stati e gli organismi giudiziari continuano a ritenerla una forma di “violenza morale”, dunque riconosciuta e condannabile.

Non possiamo entrare nel merito di siffatte autorevoli opinioni contrastanti, ma vista da fuori, la condanna in questione in un modo o nell’altro sembra essere inflitta ai bambini vittime e non ai genitori colpevoli. Per ora una bufera si è scatenata sulle forze di polizia, per la modalità della sottrazione.

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