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Come soccorrere una vittima di annegamento

Come soccorrere una vittima di annegamento? Purtroppo ci si può trovare nelle condizioni di dover aiutare una persona che ha rischiato di affogare in attesa dell’arrivo di soccorsi specializzati. Vediamo insieme come fare.

Cosa succede a chi annega

Quando una persona annega, il primo problema che si trova ad affrontare è quello di un’insufficienza respiratoria. E’ anche il più critico. L’ipossia, in questi casi derivante dall’inalazione di liquidi o dovuta ad un laringospasmo riflesso acuto, deve essere corretta nel minor tempo possibile. Entrambi questi accadimenti rendono difficoltosa o impossibile la respirazione: può infatti instaurarsi una polmonite ab ingestis in grado di danneggiare gli alveoli la quale, modificando l’equilibrio chimico degli organi, può portare come conseguenza all’edema polmonare e cerebrale. Quando l’annegamento avviene in acqua dolce, oltre alla sintomatologia sopra citata può instaurarsi uno squilibrio elettrolitico dato dall’acqua ingerita che può dar vita ad emolisi e fibrillazione ventricolare con conseguente arresto cardiaco.

Come soccorrere chi annega

La velocità dell’atto di rianimazione di colui che annega è un fattore chiave. Il primo “sintomo” da curare è quello dell’ipossia, quindi una riaminazione cardio-polmonare si rende necessaria appena la persona viene portata fuori dall’acqua.  E’ importante procedere sia alla respirazione bocca a bocca sia al massaggio cardiaco se il polso carotideo o il battito del cuore non vengono percepiti. E’ sempre bene tentare di tenere fermo il collo dell’annegato se si sospetta che l’annegamento sia conseguenza di un tuffo e quindi possano esserci problemi alla spina dorsale non rilevati. In caso di necessità di rianimazione polmonare non si dovranno eseguire movimenti di flesso-estensione del collo ma eseguire trazione sulla mandibola.

Non si può fare molto più di questo, in attesa dei soccorsi, se ci si trova davanti ad una vittima di annegamento. Serviranno infatti, soprattutto nel caso la persona sia rimasta a lungo in acqua, maggiori interventi di rianimazione specifica, anche nel caso si sia riusciti a ripristinare il battito cardiaco della stessa.

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