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Cure salvavita in ritardo, la protesta degli oncologi

Contro i ritardi delle cure salvavita scendono in campo anche gli oncologi, presentando 2 proposte a Senato e Camera da attuare in tempi brevi: la rimodulazione del Decreto Balduzzi per consentire l’accesso immediato a tutti i farmaci salvavita e lo stretto monitoraggio sul rispetto del termine dei 100 giorni per l’esame delle terapie innovative da parte dell’AIFA.

I nuovi farmaci oncologi dovrebbero essere immediatamente disponibili su tutto il territorio, ma nella realtà dei fatti ciò non avviene. Alcune Regioni, infatti, autorizzano subito l’impiego dei medicinali salvavita, altre sono più restie. Come sottolinea il professor Stefano Cascinu, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia medica (AIOM), le varie commissioni regionali sono il più delle volte inutili duplicati dell’Agenzia regolatoria europea (EMA) e di quella italiana (AIFA). Questo terzo livello di approvazione, quindi, andrebbe eliminato affinché la disponibilità di cura diventi più rapida e uguale su tutto il territorio nazionale.

Un altro tasto dolente è la registrazione dei nuovi farmaci da parte dell’AIFA. Fino ad oggi, infatti, la legge che stabilisce il termine dei 100 giorni non è mai stata rispettata. Dopo il giudizio positivo da parte dell’Agenzia europea, trascorrono in media 12-15 mesi perché un nuovo farmaco riceva l’ok dall’agenzia regolatoria italiana.

Per queste ragioni l’AIOM, la SIE (Società Italiana di Ematologia) e la FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) hanno presentato alla Commissione Igiene e Sanità del Senato e alla Commissione Affari Sociali della Camera un documento programmato. Come ha spiegato il professor Fabrizio Pane, presidente SIE:

Oggi anche i cosiddetti big killer (tumore del polmone, colon retto, seno, prostata e stomaco) fanno meno paura grazie alla diagnosi precoce e a terapie sempre più efficaci: basti pensare che il 63% delle donne e il 57% degli uomini è vivo a 5anni dalla diagnosi. Non poter disporre delle cure adeguate è tragico per i pazienti e implica costi ingenti, che in oncologia sono stati stimati in decine di miliardi di euro.

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