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Depressione in aumento e cibi sani in diminuzione, è la crisi economica

 La salute degli italiani è sempre più a rischio, anche e soprattutto a causa della crisi economica che complica le possibilità di alimentarsi con cibi sani ed in modo equilibrato, allontana le possibilità di fare una minima attività motoria e schiaccia la psiche con la depressione. La cronaca più recente  parla chiaro al riguardo: è boom di suicidi e sono in netto aumento le vendite dei farmaci antidepressivi. Ad evidenziare il tutto, il Rapporto Osservasalute 2011 presentato presso il Policlinico A. Gemelli di Roma.

I dati raccolti, riferiti allo scorso anno, riguardano come sempre lo stato di salute della popolazione in relazione alla qualità dell’assistenza sanitaria nelle varie regioni, da Nord a Sud, ma stavolta, ciò che è emerso con più rilevanza rispetto al passato è il bilancio delle famiglie, quello economico, in stato di crisi totale, a tal punto da favorire il taglio delle spese necessarie ad uno stile di vita sano, come ad esempio la palestra o comunque le attività sportive, ma anche l’acquisto di frutta e verdure fresche, arrivate ormai a dei costi insostenibili nel quotidiano della maggior parte degli italiani. E’ diminuito infatti il consumo medio delle porzioni che è passato dal 5,7% (cifra già non altissima) al 4,8%. Ma non solo. Le pressioni psicologiche che la crisi economica comporta, con le effettive carenze di lavoro o lo stato d’ansia dovuto al rischio di perderlo, all’incertezza, hanno provocato un innalzamento dei disturbi legati alla sfera mentale da cui è risultato un aumento del consumo di farmaci antidepressivi. Pensate che negli ultimi 10 anni, l’impiego di queste medicine è quadruplicato! La questione si fa ancora più complessa se si pensa ai tagli effettuati sulla sanità pubblica, come spiega Walter Ricciardi direttore dell’Osservasalute, oltre che dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-Policlinico Gemelli:

“Le ultime manovre economiche hanno portato al ridimensionamento dei livelli di finanziamento dell’assistenza sanitaria già dal 2012, all’introduzione di ulteriori ticket, a tagli drastici circa i fondi per la disabilità, l’ infanzia e altri aspetti che vanno a incidere sulla nostra salute”.

Il professor Ricciardi sembra molto critico al riguardo perché come si sottolinea anche nel Rapporto, i tagli alla spesa sanitaria degli anni passati hanno solo contribuito ad aumentare la spesa privata del cittadino/paziente (o del paziente cittadino?) con la partecipazione maggiore alle spese per le cure ed i farmaci, ma non hanno risolto la questione degli sprechi. Eppure prevenire è sempre meglio che curare, o no?

Foto: Thinkstock

Fonte: Osservasalute