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Un disabile su quattro è vittima di violenza

 Un disabile su quattro è vittima di violenza. Con maggiori picchi nei casi di disabilità intellettiva o malattie mentali. E’ questo il risultato di uno studio condotto dai ricercatori della John Moores University di Liverpool  nell’ambito del contrasto alla violenza sui disabili promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità. I risultati, pubblicati sulla rivista di settore “The Lancet” hanno analizzato statistiche provenienti da tutto il mondo.

Ed in particolare da Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Taiwan e Sud Africa. I risultati si sono rivelati tristemente sconvolgenti. Di media circa il 3% delle persone disabili con capacità cognitive sane racconta di essere stata vittima di violenza . Una percentuale che sale al 24% quando parliamo di persone affette da patologie mentali.

Commenta l’autore principale della ricerca, Mark Bellis:

Secondo il nostro studio, si tratta di un problema molto diffuso ma ancora sottostimato.

Dati certi purtroppo non se ne hanno, questo perché la maggior parte dei casi di violenza avviene in ambito famigliare o nei luoghi predisposti alla cura delle persone affette da disabilità intellettiva: pazienti che non sono in grado di difendersi adeguatamente o non riescono a denunciare la situazione perché oltre alla violenza (emotiva o fisica, N.d.R.) ricevono assistenza dalla stessa persona che le maltratta.

Talvolta la violenza è fisicamente palese, altre volte è sottile: pensiamo allo stalking  ed alle molestie verbali per strada, fino ad arrivare alle percosse ed all’abuso sessuale.  Per combattere questo spiacevole trend , secondo gli esperti, è necessario spingere affinché partano degli screening nei confronti delle persone più vulnerabili per capire i rischi reali ai quali la persona può andare incontro e mettere a punto un sistema di prevenzione contro gli abusi.

La violenza è quasi sempre frutto dell’ignoranza e del pregiudizio delle persone sane, in unione allo scarso approccio che viene intrapreso dalle autorità nel combattere le “barriere” sociali ed architettoniche che mettono a dura prova un’esistenza normale per le persone affette da disabilità.

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Fonte: The Lancet