I pazienti morti che ricevevano ancora le premurose cure degli oltremodo affezionati dottori erano ben 21.000, alcuni morti da più di 35 anni.
I medici, però, non sarebbero del tutto colpevoli. Il motivo di queste equivoco, secondo quanto dichiarato in loro difesa, è da imputare ai ritardi nella trasmissione della registrazione dei decessi da parte delle Asl e degli Uffici Anagrafe.
Gli inquirenti, intanto, continuano ad indagare sulle responsabilità dell’una e dell’altra parte in una vicenda davvero poco chiara, l’ennesimo scandalo all’italiana.