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Longevità e salute: basta nascere in autunno

 Vuoi campare cent’anni? Se sei nato in autunno hai buone possibilità. E’ questa la scoperta effettuata dai ricercatori dell’Università di Chicago i quali sono giunti a sostenere, dopo un lungo studio, che la nascita in questo particolare periodo dell’anno, per un mix di diversi fattori, possa portare ad una vita più lunga e in salute rispetto alle persone nate in altri mesi dell’anno.

I risultati della ricerca statunitense sono stati pubblicati dalla rivista di settore New Scientist. I coordinatori e primi firmatari dello studio, Leonid Gavrilov e Natalia Gavrilova hanno raccolto e messo a confronto i dati relativi ad oltre 1.500 centenari nati negli Usa tra il 1880 e il 1895, presi come campione. Insieme alla loro squadra di scienziati hanno analizzato le informazioni sulla nascita e la morte dei “volontari” e l’hanno confrontate con quelle relative ai parenti stretti più prossimi, come le sorelle o i fratelli.

L’assunto di base dal quale sono partiti era il seguente: se la longevità fosse un fattore genetico, tutti i fratelli e le sorelle prese in esame avrebbero dovuto confrontare il dato. Non solo: sono state prese in considerazione anche le condizioni socio-economiche, includendo nello studio anche il coniuge ove presente.  Il risultato è che mentre la genetica può essere considerata un fattore abbastanza rilevante se correlato alla longevità, al contrario la condizione economica e sociale non influisce in minimo modo sulla capacità degli ultracentenari di vivere a lungo.

La stagione di nascita, invece, ha mostrato una certa influenza. E non ha nulla a che vedere con un eventuale aumento del tasso di natalità in quel periodo. Tutto è sembrato infatti essere collegato a particolari condizioni presenti in quei mesi dell’anno nel periodo preso in considerazione. Spiega il dott. Gavrilov:

L’ipotesi più accreditata per spiegare la scoperta è che le infezioni stagionali nei primi mesi di vita creavano danni a lungo termine per la salute umana. Altre spiegazioni possibili includono carenze di vitamine o una variazione stagionale dei livelli ormonali. L’ipotesi delle infezioni stagionali collima con la constatazione che l’effetto è stato più pronunciato prima che non dopo il 1889. La mortalità per malattie infettive andava diminuendo durante la fine del XIX secolo, e questo vale in particolare per le infezioni estive.

Chissà se lo stesso modello è applicabile al presente. Voi cosa ne pensate?

Fonte|New Scientist

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