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Aids, pazienti “guariti” in USA dopo trapianto midollo

La lotta all’Aids fa registrare il suo ennesimo passo in avanti. Altri due pazienti affetti da HIV, negli Stati Uniti, non hanno più avuto bisogno di sottoporsi alla terapia di farmaci antiretrovirali dopo essere stati sottoposti ad un trapianto di staminali da midollo osseo.

La malattia sembra essere sparita dal loro sangue. I due pazienti le cui generalità non sono state rese note, come spiegato nel corso dell’International Aids Society Conference a Kuala Lumpur dove i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston hanno presentato i casi, soffrivano di questa condizione da 30 anni. Per entrambi, alla base della decisione di trapianto vi è stato lo sviluppo di un linfoma. L’operazione è avvenuta rispettivamente per ognuno dei pazienti circa 2 e 4 anni fa. Dal momento dell’intervento non è stata rilevata più traccia di HIV e come già anticipato entrambe le persone hanno momentaneamente sospeso l’assunzione di medicinali. I ricercatori dicono che sia ancora troppo presto per parlare di una cura definitiva nei confronti del’Aids. A livello teorico infatti il virus potrebbe palesarsi di nuovo da un momento all’altro. Commenta il caso Kevin Frost, capo Fondazione per la ricerca sull’Aids:

Questi risultati forniscono chiaramente nuove importanti informazioni che potrebbero anche modificare le attuali considerazioni sul virus e sulla terapia genica. Anche se il trapianto di cellule staminali non è una valida opzione per le persone con Hiv su vasta scala a causa dei costi e della complessità, questi nuovi casi potrebbero aiutare a sviluppare nuovi approcci per il trattamento anti Hiv.

Entrando nello specifico, l’approccio terapeutico è stato molto simile a quello utilizzato per Timothy Ray Brown, definito il “paziente Berlino” da sei anni libero dal virus ed unico paziente adulto riconosciuto come curato dalla malattia. I dati raccolti finora, sebbene nessuno si azzardi a considerare le due persone guarite, sono incoraggianti e potrebbe bastare un anno ancora per definire come “positiva” la situazione. Tanta cautela è necessaria a causa della tipologia di staminali utilizzate per il trapianto di midollo, prive della mutazione protettiva di una proteina chiave come accaduto al contrario per il paziente tedesco.

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