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Influenza suina, meglio il vaccino o fare come il dottor House?

I metodi per evitare di incappare nell’influenza A ci vengono ripetuti ogni giorno fino alla noia. Essi vanno dal lavarsi in continuazione le mani all’evitare contatti fisici fino, nei casi più estremi, ad indossare le mascherine. Ma allora perché non usare il metodo del dottor House?

Negli Stati Uniti, il Paese più colpito dalla pandemia, è già una moda, e cioè l’evitare l’uso della cravatta. Va bene l’etichetta, o quell’aria professionale che può dare questo indumento appeso al collo di un medico, ma i medici statunitensi hanno notato che questo potrebbe essere il maggiore vettore del virus. Esso infatti può venire a contatto con il naso e la bocca di un paziente senza volerlo, ad esempio mentre gli si fanno i soliti controlli di routine, e se qualcuno è malato, può lasciare lì sopra traccia del virus A H1N1 (ma anche tanti altri) che potrebbero finire nelle vie aeree del medico stesso o in quelle del prossimo paziente.

Il dottor House invece ha lanciato la moda del medico “fuori dagli schemi”, e naturalmente come primo segnale di “ribellione” non poteva esimersi dal togliersi la cravatta. Il personaggio televisivo gira per il suo ospedale senza questo capo d’abbigliamento, e pare che molti suoi colleghi reali, soprattutto i più giovani, lo stiano imitando.

Per questo gli americani, che non si lasciano mai scappare l’occasione di lucrare su ogni cosa, hanno lanciato una linea d’abbigliamento per l’occasione. La SafeSmart ha immesso sul mercato delle cravatte fatte con materiale antimicrobi ed antimacchie, che garantiscono di non permettere al virus di attaccarvisi sopra; ma ci sono anche delle cravatte ironiche, con disegnato sopra il virus, uno stetoscopio e pezzi di anatomia umana, oppure meglio ancora, per i più eccentrici, un papillon che non corre il rischio di finire addosso ad un paziente.

Oppure la soluzione potrebbe essere quella italiana, e cioè la solita imposizione del Governo. Il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, ha ancora una volta ribadito nella giornata di ieri, l’importanza di sottoporsi al vaccino. La paura è che questo virus muti, e faccia come la spagnola all’inizio del secolo scorso, quando il primo anno fu sottovalutata, e nel secondo anno, dopo la mutazione, provocò milioni di vittime.

Oggi il rischio si chiama mix tra influenza suina ed influenza aviaria, il quale potrebbe essere molto più pericoloso di com’è oggi. Per evitare che ciò avvenga, Fazio consiglia oggi di vaccinarsi perché soltanto debellando quest’anno il virus si potrà evitare un peggioramento della situazione in futuro.

Ora i dubbi che sorgono sono due: se il virus muta, visto che è impossibile fermarlo quest’anno, a cosa sarebbe servito essersi vaccinati oggi? Di certo con il virus mutato, il vaccino sarà inefficace. Ma soprattutto, se lui stesso ha detto che non vaccinerà, perché dovremmo farlo noi?

[Fonte: Repubblica; Corriere della Sera]