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Nuova influenza, è pandemia

Durante il periodo di picco di nuova influenza, in cui ogni giorno si registravano centinaia di casi, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) tentava in tutti i modi di calmare le acque e far tranquillizzare il mondo, dichiarando che questa epidemia era preoccupante, ma non troppo.

Adesso che il contagio si è un po’ attenuato, e che la gente si è calmata, forse per non far abbassare la guardia la stessa organizzazione internazionale ha annunciato che il livello 6 è stato raggiunto, quello della pandemia dichiarata. L’Oms infatti prevede una scala del livello di allerta per ogni malattia che va da 1 (nessuna preoccupazione) a 6 (pandemia). Per ottenere quest’ultimo livello, la condizione necessaria è che la malattia arrivi a colpire Paesi al di fuori della regione del focolaio. E a dirla tutta, questa condizione si era verificata già da molto tempo, più di un mese fa, quando i primi contagi si sono verificati anche in Spagna ed Inghilterra.

Il livello 5 si era toccato già ai primi del maggio scorso, quando i primi contagi hanno superato il confine del Messico, focolaio della malattia, e si sono spostati negli Stati Uniti. Da allora hanno toccato prima l’Europa, poi il Sudamerica, ed infine tutto il mondo. Ad oggi si contano circa 29.000 contagi in 74 Paesi. Ma gli esperti continuano a tranquillizzare il mondo perché dopotutto questa influenza suina si è dimostrata meno aggressiva del previsto. E’ molto facile farsi contagiare, ma il tasso di mortalità è tra i più bassi (0,5%) con i suoi 144 decessi, più bassa anche di molte altre epidemie che al momento destano meno preoccupazione.

E’ stato elevato al sesto livello l’allarme, spiegano dall’Oms, perché sebbene il virus stia rallentando, bisogna attendersi una nuova ondata di contagi. Per la precisione, i Paesi che hanno già raggiunto il picco (Messico, Stati Uniti, Spagna, Australia e qualche altro che ha superato le centinaia o le migliaia di casi) devono aspettarsi una nuova ondata a breve, anche simile alla precedente, mentre quei pochi Paesi che ancora non sono stati toccati, potrebbero essere interessati.

Inoltre, come spesso accade con i virus di questo tipo, essi mutano facilmente, e così non è detto che le poche morti verificatesi finora potranno continuare anche dopo. Non c’è ancora alcuna certezza, ma siccome gli esperti pensano che il virus A H1N1 continuerà a circolare almeno per i prossimi due anni, ci potrebbe essere il rischio di mutazione, che lo renderebbe più aggressivo.