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Trapianto di volto: in cosa consiste

Vi abbiamo più volte parlato del trapianto di volto. Anche di recente, in relazione alla notizia del primo trapianto totale di viso. Ma in cosa consiste e in quali casi si fa? Vediamo di soddisfare la vostra curiosità facendo un passo per volta!

Al mondo non sono stati fatti molti interventi di questo tipo, con l’ultimo siamo a 12 (compresi i trapianti di viso parziali), data la complicanza tecnica, ma anche le motivazioni che conducono a questi interventi. Sono molte le malattie o gli eventi drammatici che deturpano irrimediabilmente il volto.

Nel caso di Isabelle Dinoire, (il primo trapianto di viso avvenuto nel2005) ad esempio,  si è trattato del morso del suo cane, uno splendido Labrador. Il paziente del trapianto totale di faccia soffriva della Sindrome di Recklinghausen, o neurofibromatosi, la stessa di cui soffriva il protagonista di Elephant Man.  A Connie Culp, una donna dell’Ohio, è stato ricostruito l’80 % del viso distrutto da un colpo di pistola. Non l’aveva uccisa, ma deturpata violentemente.

Non tutte le persone sfigurate attualmente vengono sottoposte a trapianti di questo tipo, occorre che ci sia anche un’invalidità pratica: non poter mangiare o respirare adeguatamente ad esempio. Il ricevente poi deve essere in perfetta salute per poter subire molte ore di intervento, nonchè la terapia anti-rigetto, che sappiamo essere molto pesante e alla lunga pericolosa.

Anche l‘aspetto psicologico deve essere valutato a priori. Per un certo periodo, l’espressione del viso rimarrà pressoché immobile: solo col tempo i muscoli torneranno a coordinarsi con i nervi e a muoversi. Gli organi donati, sono quelli di una persona deceduta, e non sempre ci si riconosce allo specchio.

In genere i tessuti molli e la pelle si riadattano all’ossatura, ma come nel caso di Connie Culp, è stata ricostrita anche quella ed il viso ha sicuramente assunto un aspetto nuovo. Tutte cose difficili da superare, anche se non dobbiamo dimenticare che riguardano persone fortemente deturpate, quindi, già molto provate dal punto di vista psicologico, anzi possiamo dire:  rafforzate.

Ma ecco cosa accade in sala operatoria. Dal donatore deceduto e col consenso dei parenti si preleva il volto con tutte le parti necessarie (bocca, palpebre, cuoio capelluto, ecc). Nel frattempo, al ricevente viene asportata la parte lesionata e ricostruita eventualmente la parte ossea mancante. Ad uno ad uno vengono ricollegati i muscoli, i nervi, le vene, i capillari, il tessuto adiposo.

Poi tutto viene ricucito e chiuso. Sembra semplice a dirsi, ma pensate solo a quanti piccoli e microscopici nervi. Ed i capillari? Cose che solo un’equipe altamente specializzata può fare. Questo è un altro limite: sono pochi i professionisti in grado di effettuare un trapianto di faccia.