Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Oncologia » Cancro al seno, nuova tecnica consente di “spegnere” le cellule cancerose

Cancro al seno, nuova tecnica consente di “spegnere” le cellule cancerose

Il corpo umano vive grazie a dei segnali elettrici. Tali segnali infatti “dicono” alle cellule di agire, sopravvivere, crescere e morire. E a volte dicono anche di diventare cancerose. Per questo, individuando il metodo di controllare questi segnali, si può ordinare alle cellule cancerose di spegnersi, o morire. E’ quanto sperano di fare al Cancer Center dell’Università del Colorado dove affermano di aver trovato il modo di spegnere l’interruttore TGF-beta che sta alla base del carcinoma mammario.

Secondo quanto pubblicato sulla rivista Oncogene, un programma embionale permette al tumore di “tornare indietro”. Il meccanismo parte sin dalla nascita. All’inizio dello sviluppo umano noi dipendiamo da un fattore di trascrizione chiamato SIX1 che serve per creare la crescita e la proliferazione cellulare, evidente con la normale crescita del corpo. Una volta che il bambino è diventato adulto, questo iter viene come “disattivato” nella maggior parte delle cellule SIX1 in quanto non ha più bisogno di una crescita così esponenziale, e così questo fattore va a “dormire” nel nostro genoma.

In molti tumori il fattore SIX1 viene svegliato, attivando interruttori come il TGF-beta e provocando i tumori. Ma in natura per ogni elemento c’è il suo opposto che serve per mantenere l’equilibrio, e questo è stato individuato in piccole molecole chiamate microRNA che regolano l’attività dei geni. In questo caso, attivando il microRNA, si spegne il SIX1 che a sua volta blocca il TGF-beta che ferma la crescita delle cellule, ed incoraggia invece la migrazione delle nuove cellule in altri tessuti.

L’idea dei ricercatori ora è di creare un farmaco in grado di attivare il microRNA, in modo da poter controllare l’invio dei segnali di accensione/spegnimento, come un normale interruttore, delle cellule, in modo da bloccare la proliferazione del cancro sul nascere. L’individuazione di questo meccanismo dovrebbe funzionare con il più comune tra i tumori mammari, ma in linea di principio potrebbe funzionare anche con tutte le altre neoplasie.

[Fonte: Medical News Today]

Photo Credits | Thinkstock