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Combattere la malaria con una zanzara geneticamente modificata

 Una zanzara killer in grado di “uccidere”quelle portatrici della malaria. Se ne è parlato davvero per tanto tempo e lo scorso anno diversi studi ne hanno raccontato una fattibilità genetica. Ora la teoria è divenuta realtà e dopo venti anni di sperimentazione, gli scienziati dell’Università hanno dato finalmente vita a queste utili zanzare geneticamente modificate.

I ricercatori, dopo un lungo studio sono riusciti a scoprire come allevare un insetto resistente alla patologia attraverso l’immissione di un gene che ne modifica in età adulta la capacità di contagio, annullandola del tutto.  Uno sforzo scientifico ovviamente volto a creare una specie dominante di zanzara che possa, accoppiandosi, avere il sopravvento sulla comune zanzara veicolo della malaria. Lo studio relativo, condotto dal dott. Anthony James è stato pubblicato in questi giorni sulla rivista di settore PNas, Proceedings of the National Academy of Sciences.

La teoria degli scienziati è basata su un approccio il più possibile naturale al problema partendo dalla sua origine. Nell’impossibilità di controllare il contagio attraverso gli insetti portatori, era necessario trovare un mezzo che portasse gli stessi a morire o a divenire innocui. Attraverso la produzione di colonie di zanzare geneticamente modificate è possibile eliminare il virus rendendo innocui catalizzatori. Per questo, al fine del debellamento del pericolo,  è stata modificata l’Anophekes Stephensi, la zanzara più pericolosa tra quelle in grado di veicolare la forma più virulenta della malattia.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano chiaro: più di 650.000 persone sono morte di malaria nel 2010, in gran parte rappresentate da bambini africani. La paura dei ricercatori che globalmente lavorano per contrastare questa patologia, è quella di trovarsi presto davanti ad un maggiore numero di morti, non solo per i noti ritardi nelle diagnosi, ma a causa dei cambiamenti climatici previsti per i prossimi mesi che vedranno una aumentare delle precipitazioni e la conseguente formazione di pozze e paludi, zona naturale di coltura degli insetti vettori della malaria.

Fonte: Pnas

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