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HIV e leucemia sono simili?

HIV e leucemia sono simili? E’ questa la domanda che si sono posti un gruppo di scienziati israeliani dell’Università del Negev Ben-Gurion ed alla quale hanno tentato di dare risposta per trovare un diverso approccio terapeutico per quella che è una delle più pericolose infezioni virali esistenti.

Ed effettivamente, ha spiegato il Dr. Ran Taube del dipartimento di Microbiologia, Immunologia e Genetica, le similarità tra leucemia ed HIV esistono. E rappresentano la base dalla quale partire per prevenire l’infezione di quest’ultima e riuscire nell’impresa di distruggere totalmente il virus. Una visione troppo ottimista al momento? Forse, ma rimane il fatto che per quanto l’infezione possa essere trattata con farmaci antiretrovirali, il virus dell’HIV ha mostrato di rimanere “intoccato” nelle sue particelle latenti: sono proprio quelle che non si riescono ad eliminare e che secondo la ricerca condotta si comportano molto similmente alle staminali emopoietiche quando danno vita ai linfociti malati della leucemia.

E’ quindi puntando su questa similarità che gli scienziati vogliono lavorare per mettere a punto uno strumento che lavori sul virus dell’HIV nello stesso modo in cui le attuali cure contro la leucemia riescono ad eliminare alcune varianti di questa malattia. Spiega il dott. Taube

Proprio come accade con il virus dell’HIV quando entra nel suo stato cronico, un simile meccanismo di riproduzione controlla l’espressione dei geni che è responsabile per lo sviluppo delle cellule staminali emopoietiche. Lo studio si basa sulla supposizione che sia il disturbo del meccanismo di riproduzione e di espressione del genoma virale a portare all’accumulo del virus latente e quindi alla cronicità della malattia.

Motivo per il quale gli scienziati spiegano che il loro obiettivo è quello di attivare le particelle latenti per far sì che i farmaci antiretrovirali possano distruggere completamente il virus. Non è una cura pronta, ma è di certo un altro approccio alla malattia che non deve essere sottovalutato per i possibili risvolti terapeutici.

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