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Sclerosi multipla, riabilitazione come cura

La sclerosi multipla non deve essere approcciata solo attraverso terapie valide che sappiano fermarne l’evoluzione, ma anche impegnandosi in maniera seria e continua sul campo assistenziale della riabilitazione al fine di migliorare le condizioni di vita dei malati affetti da questa patologia.

Si è recentemente concluso uno studio finanziato dal Ministero della Salute  e con la partecipazione dell’Aism, associazione italiana sclerosi multipla, focalizzato su quelle che possono essere effettivamente le potenzialità di un percorso di riabilitazione ed i costi sociali dell’assistenza e della tutela delle persone e dei lavoratori affetti da sclerosi multipla. Sapevate che l’Italia è uno dei paesi considerati ad alto rischio per ciò che concerne la sclerosi a causa dei suoi 6-8 casi su centomila persone ogni anno? In pratica si parla di 2mila nuovi casi l’anno. La sclerosi multipla, dobbiamo ricordarlo, è una patologia che più che ridurre l’aspettativa di vita causa una progressiva disabilità con tutto ciò che ne consegue e vi si può convivere per decenni interi.

Comprendere sempre meglio la malattia può portare allo sviluppo di medicinali che sappiano curarla o per lo meno tenerla sotto controllo meglio di quanto faccia l’interferone, uno dei farmaci considerati ancora di elezione nell’approccio terapeutico. Aiutare i malati attraverso la riabilitazione non solo porta ad un miglioramento dei risultati ottenuti a livello medicinale, ma da modo di risparmiare molto anche in quanto a dispendio assistenziale. Commenta in tal senso il professor Gianluigi Mancardi dell’Università di Genova:

Gli studi effettuati dimostrano che un trattamento riabilitativo attivo rispetto a uno passivo è in grado di non solo di migliorare le prestazioni, ma di incidere sulla ristrutturazione funzionale e strutturale dello stesso sistema nervoso centrale rilevata con risonanza magnetica, incidendo alla lunga, sull’evoluzione della disabilità.

Applicare quindi un approccio di questo genere rende possibile dare una qualità di vita migliore ai malati, ma anche non appesantire troppo il Sistema Sanitario Nazionale. Ma attenzione: è altresì importante formare in maniera adeguata i medici ad approcciarsi con la sclerosi multipla.

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