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Aviaria, Oms: no al panico per i contagi

Si espande lento ma continuo il contagio del nuovo ceppo di aviaria in Cina, che dai quattro sporadici casi della scorsa settimana ha già raggiunto le 21 persone colpite. Sale la mortalità, ma l’Organizzazione mondiale della Sanità invita alla calma: non vi è ancora contagio tra gli esseri umani.

Le vittime sono salite a 6 ed i contagiati, secondo ciò che viene riportato da fonti ufficiali, continuano ad essere individui a contatto diretto con il pollame come agricoltori, venditori di polli e macellai. L’ultimo caso noto confermato coinvolge un uomo di 55 anni della provincia orientale dell’Anhui, dove già altri casi più gravi erano stati registrati. Originario della località di Bozhou, l’uomo sposta il “contagio” da questo nuovo ceppo di aviaria in una zona a circa 600 chilometri da Shanghai. Città dove preventivamente nei giorni scorsi circa 194 persone sono state messe in quarantena per verificare se presentassero sintomi influenzali. I due individui ammalati sono risultati non affetti da H7N9.

L’Organizzazione mondiale della Sanità, monitorando costantemente la situazione, invita le persone a non cadere nel panico o in inutili allarmismi nonostante sottolinei la necessità di un approccio preventivo al problema. Al momento non vi sono prove che il virus dell’aviaria sia passato ad un contagio interumano. Spiega il rappresentante dell’Oms in Cina Michael O’Leary:

Anche se ignoriamo l’origine dell’infezione, in questo momento non ci sono prove [del contagio tra umani].

Il commento in questione è stato richiesto dopo che le analisi specifiche per il ceppo H7N9 avevano mostrato la positività di un’intera famiglia. La preoccupazione della popolazione in merito nasce ovviamente dalla mancanza di un vaccino capace di bloccare o mitigare la malattia. Nei casi fino ad ora registrati di H7N9, infatti, la patologia è quasi sempre sfociata poi in una forma violenta di polmonite, causa della morte nei contagiati già deceduti. Sembra di rivivere gli stessi step che dieci anni fa caratterizzarono la diffusione della Sars in tutto il mondo.

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