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Influenza aviaria, scoperta la miccia delle infezioni

L’allarme per l’influenza aviaria si è spostato anche ad Hong Kong, dove sono stati rilevati diversi focolai del virus dei polli. Ma non solo cattive notizie arrivano dall’estero: gli scienziati hanno scoperto la miccia delle infezioni derivanti da questo agente patogeno.

Sono diversi i focolai riscontrarti nelle ultime ore ed Hong Kong è una delle città colpite da questa nuova ondata di virus dell’ influenza aviaria al momento “relegata” solo ai polli. Nelle stesse ore appare però sulla rivista di settore Pnas, per mano di un gruppo di scienziati internazionali di stanza presso il Saint Jude Children’s Research Hospital di Memphis e l’Università cinese di Agraria a Pechino, un articolo nel quale si racconta la scoperta della “miccia” di tipo genetico delle ultime ondate di influenza aviaria del ceppo H7N9. Un virus  che ha provocato finora 115 morti dal 2013. L’elemento scatenante di questa epidemia in particolare è stato il ceppo H9N2, presente tuttora nei suddetti polli.

E’ per questo motivo che l’attuale ondata di contagi avicoli viene presa come un campanello di allarme dalle autorità sanitarie, le quali al momento sono impegnate nel limitare l’espandersi dell’infezione. Nel corso della loro analisi gli esperti hanno rilevato uno specifico genotipo virale, il G57, che sembra essere la causa delle mutazioni dell’influenza aviaria e della sua capacità di eseguire il salto di specie. Commentano i ricercatori interrogati al riguardo:

La prevalenza e la mutazione del virus influenzale H9N2 negli allevamenti di pollame potrebbero rappresentare un precoce campanello d’allarme, in grado di avvertire dell’arrivo di nuovi virus riassortiti e potenzialmente capaci di scatenare una pandemia.

Non bisogna allarmarsi ancora però: in ogni stato nei quali del pollame infetto è stato rilevato sono partite le necessarie precauzioni affinché la popolazione non si trovi in pericolo. Per sicurezza sarà bene cuocere adeguatamente la carne e fare attenzione a non respirare le feci di questi animali. Nella maggior parte dei casi, è evidente, nel nostro paese difficilmente ci si troverà a rischio.

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