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Tetano: mai sottovalutare le ferite

Il tetano è una malattia infettiva con interessamento neurologico e, pur potendo essere efficacemente prevenuta con l’immunizzazione, è ancora un problema rilevante, soprattutto nelle zone agricole e rurali, per lo più durante i mesi estivi; è una malattia grave: le statistiche parlano del 20/30% per cento di mortalità nei casi segnalati. Molti individui che contraggono il tetano non hanno ricevuto il ciclo di vaccinazione primaria, o lo hanno ricevuto incompleto.

 La maggior parte dei casi avviene dopo un trauma con una ferita penetrante o lacero-contusa, di solito durante attività all’aperto: giardinaggio, coltivazioni, escursioni, ma anche attività svolte in ambiente domestico. Non sempre la ferita è grave; può essere anche banale (ad esempio una puntura da spina vegetale) e, non rendendosi necessaria un’assistenza medica, può essere sottovalutata. Oltre alle ferite, possono essere in causa anche ustioni, congelamento, ulcere torpide degli inferiori, ascessi cutanei.

 In alcuni casi non si riesce a individuare la porta d’ingresso del germe. Il Clostridium Tetani, germe che causa la malattia, si trova abitualmente nel suolo, nel terriccio, nella materia inorganica e nelle feci animali; è un germe anaerobio, vale a dire che vive preferibilmente in ambienti poveri di ossigeno, ecco perché le ferite più pericolose sono quelle profonde, con tessuti necrotici e devitalizzati, o con corpi estranei ritenuti.

primi sintomi nella malattia conclamata sono a carico dei muscoli della mandibola, con una contrattura dei muscoli masticatori detta trisma; compaiono poi spasmi e rigidità degli altri muscoli della faccia, del collo e delle mani. Nei casi gravi gli spasmi diventano generalizzati, interessando tutti i muscoli del corpo, il malato è sudato, respira rapidamente e affannosamente possono comparire febbre e forti dolori, complicazioni cardiache o asfissia per paralisi spastica della muscolatura respiratoria o laringea. La terapia del tetano conclamato si basa soprattutto sulla somministrazione di antitossina tetanica e su misure dì sostegno e rianimatone. Vista però l’altissima mortalità, assume importanza enorme la profilassi.