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Tifo murino a Napoli a causa dei rifiuti abbandonati in strada

 A Napoli un uomo è stato ricoverato presso il policlinico universitario FedericoII° con una diagnosi di tifo murino. Siamo stati cattivi profeti con il post di qualche giorno fa o semplicemente c’era da aspettarselo? La seconda ipotesi è la più probabile, anche perché questa malattia infettiva si trasmette attraverso topi e parassiti che come abbiamo visto trovano il loro habitat naturale proprio nei cumuli di immondizia.

Il paziente, proveniente dalla zona di Ponticelli, ora grazie agli antibiotici e alle altre cure mediche è in buone condizioni di salute: era stato ricoverato il 15 giugno scorso con febbre alta, mal di testa, spossatezza ed eruzioni cutanee ben definite, tipiche di questa infezione che a Napoli mancava da moltissimi anni e che era per questo denominata dai locali “tifo petecchiato”. Ma il maggior sospetto è nato dalla presenza sul corpo dell’uomo dei segni di morsi di pidocchio dei topi: il vettore del batteriorickettsia prowazekii“.  Maria Triassi presidente della sezione Campania della Società italiana di igiene e medicina preventiva ha spiegato:

“ Si tratta di un caso isolato che dunque non deve mettere in allarme tutta la cittadinanza, ma di certo è emblematico del rischio per la salute: è la spia dell’allarme sanitario ancora troppo alto”.

Raccogliere l’immondizia è un segno di civiltà, ma occorre anche procedere con la disinfestazione e la derattizzazione. Il tifo murino è solo una delle patologie che si credevano sconfitte in Italia, dove l’igiene sembrava aver avuto la meglio sulla sporcizia. Così a quanto pare non è. I rischi non vengono solo dai ratti che tra l’altro si riproducono velocemente e girano indisturbati nel traffico cittadino anche in pieno giorno. Anche le blatte, sono portatrici di numerose malattie e tra i rifiuti trovano un ambiente consono al loro sviluppo. Ma tra le buste di immondizia pasteggiano anche cani e gatti randagi, uccelli, che poi allontanandosi trasportano pulci e batteri per ogni dove.  E’ ora di dire la verità: senza creare allarmismi, ma il rischio c’è ed i napoletani lo sanno. Seguite il nostro sondaggio in tema.

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