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Ictus, apnea del sonno fattore di rischio

 L’ictus è una malattia neurologica derivante dalla formazione di piccoli trombi all’interno dei vasi sanguigni  ed alla conseguente mancanza di ossigenazione del cervello. I fattori di rischio conducenti a questa patologia sono diversi, essenzialmente legati a problemi cardiocircolatori. Una ricerca di recente composizione ci indica come un ulteriore “stimolo” all’incidenza della sua forma silente possa essere rappresentato dalla apnea notturna.

Secondo questo studio, condotto dai ricercatori tedeschi dell’Università di Dresda e presentato presso la conferenza internazionale Stroke 2012 dell’American Stroke Association, le persone che soffrono di apnea del sonno grave possono vedere aumentare il loro rischio di subire un ictus silente o piccole lesioni cerebrali.

Spiega la dott.ssa Jessica Kepplinger, coordinatrice dello studio:

Abbiamo trovato una frequenza sorprendentemente alta di apnea del sonno nei pazienti con ictus che ne sottolinea la rilevanza clinica come fattore di rischio. L’apnea notturna è un disturbo ampiamente riconosciuto ma ancora trascurato. I pazienti che ne soffrono hanno più probabilità di avere un ictus silenzioso.

Nel corso della ricerca gli scienziati tedeschi hanno scoperto  che il 91 % dei pazienti ( in pratica 51 su 56 malati, n.d.r.)  con una età media pari a  67 anni che avevano avuto un ictus durante l’apnea del sonno, avevano sviluppato anche una maggiore probabilità di rimanere vittime di un ictus silente.

In base ai risultati ottenuti nell’analizzare il campione dei pazienti, i ricercatori sono arrivati a sostenere che più’ di cinque episodi di apnea durante il sonno per notte rappresentano un rischio maggiore di sviluppare questa particolare tipologia di ictus. Interessante è stato anche scoprire come più del 50% dei pazienti con ictus silente soffrivano anche di apnea del sonno.

I dati hanno mostrato che gli uomini rischiano più delle donne questo verificarsi di eventi, anche se la correlazione tra apnea notturna ed ictus è rimasta la stessa anche dopo una rivalutazione dell’ipotesi di studio in base alla differenza di genere. Il suggerimento degli scienziati è quello di trattare l’apnea del sonno al pari di altri fattori di rischio.

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